Quando senti sindacati e aziende, la risposta è sempre la stessa: la colpa è soprattutto del traffico selvaggio. Ma anche gli autisti hanno le loro responsabilità. A Roma lo scorso anno Trambus ha analizzato 133 incidenti seri: 73 sono stati attribuiti ai guidatori, pari al 54 per cento dei casi. Nella capitale stare al volante di un bestione lungo 12 metri sopravvivendo al caos non è facile: 6.500 autisti macinano 116 milioni di chilometri l'anno. La conta delle colpe però apre comunque un processo ai guidatori. Con accuse di maleducazione che spesso vengono quantificate nei sondaggi tra la clientela: a Roma un autista su dieci usa il cellulare al volante mentre il 7,5 per cento ascolta musica con le cuffiette. In questi casi, il malcostume può anche uccidere: un autista trentenne di Napoli stava telefonando e non si è accorto di avere colpito una giovane psicologa, trascinata sull'asfalto fino a ucciderla. Mancano stime nazionali, ma al vertice dell'Ass. Tra. (l'associazione di categoria) valutano che ci sia il 20 per cento di "comportamenti occasionalmente maleducati", mentre l'esame delle proteste dei viaggiatori nella capitale fa salire questo indice al 28 per cento. Le rappresentanze sindacali non ci stanno a restare sul banco degli imputati e puntano il dito sulle aziende, che obbligano i guidatori a turni massacranti di straordinario, che non investono in formazione né in manutenzione. Tra stress e contratti meno stabili, di sicuro la figura dell'autista da alcuni anni sta cambiando e diventando sempre meno ambita, lo dimostra la crescente difficoltà a reclutare personale nelle regioni del Nord-ovest: il caro vita spinge i padani a cercare altro. Arruolare stranieri, comunitari e non, invece resta vietato.
Senza controllo
C'è anche un problema di controlli. Gli episodi di pullman affidati a tossicomani e alcolizzati non sono rari. Il 20 dicembre a Roma in viale Newton Gino Anselmi, 66 anni parcheggia l'auto, aziona le quattro frecce e attraversa la strada. Un autobus fuori servizio diretto a tutta velocità verso la rimessa lo travolge e uccide: alla guida un autista che aveva sniffato cocaina. Un mese dopo il 334 è partito a razzo dal capolinea di Saxa Rubra alle nove di sera, rischiando di investire una donna incinta che attraversava sulle strisce. Gli altri passeggeri allarmati hanno chiamato i carabinieri ed è scattata una singolare caccia all'autobus: quando l'hanno intercettato, l'autista è apparso su di giri. I test hanno confermato che era ubriaco. Per non parlare dell'outsourcing, dove il controllo si azzera. Nella capitale il servizio notturno viene appaltato a una ditta esterna. Sull'N4 che dalla centralissima piazza Venezia porta in periferia, l'autista l'11 febbraio ha sbarrato le porte e ha tentato di violentare una turista americana. Tre giorni dopo, a San Valentino, stesso copione: parcheggia nell'oscurità e si spoglia davanti a una ragazza straniera sconvolta. Ma i carabinieri lo stavano seguendo dopo la prima denuncia e l'hanno ammanettato.

Precari alla guida
A Napoli, per esempio, i test non si sono ancora visti. Milleottocento autisti, età sui 40 anni e stipendio medio di 1.200 euro al mese, vengono considerati "educati e disponibili". Il problema partenopeo è forse la selezione. Un migliaio di driver vennero assunti con un maxiconcorso, senza nessuna prova pratica: per gli uomini bastava la patente specifica, per le donne nemmeno quella. Anche in altre città italiane ogni tanto si sono replicate infornate di precari: bastava la patente D e l'attestato professionale. Dallo scorso anno l'Italia ha dovuto introdurre criteri europei che impongono corsi di formazione. Ma l'applicazione resta molto flessibile e comunque riguarda solo i neoassunti. E a Napoli, per esempio, ha fatto scalpore il caso di una crocierista americana travolta davanti al Maschio Angioino e ferita in modo gravissimo. Il mezzo era stato affidato a un giovane con contratto interinale.
Anno nero a Milano
Quanto a incidenti, sembra che a tenere banco sia Milano dove i tram restano un simbolo adorato dai cittadini d'ogni fascia sociale. Eppure il 2008 è stato l'anno più nero nella storia dell'Atm: oltre cento feriti e tre morti. Investimenti di pedoni, scontri con auto, deragliamenti, cavi elettrici strappati dai filobus che cadono sugli altri veicoli. Ma soprattutto scontri frontali fra tram. Dieci giorni fa si sono centrati un tram e un autobus, scaraventato in mezzo a un parco: tre i feriti. Il 19 marzo c'è stato il caos, proprio in coincidenza con la presentazione ufficiale del nuovo avveniristico treno metropolitano Meneghino, assaggio della flotta da 293 milioni promessa per l'Expo 2015. A qualche chilometro di distanza, nella stessa mattinata, un filobus della linea 90, con meccanismi da qualche centinaio di euro, si è impigliato nel cavo della corrente trascinandolo per 20 metri. Risultato: mezza città bloccata per ore. I milanesi si sentono traditi e non nascondono il malcontento. L'ultimo sondaggio disposto dall'azienda ha decretato per la prima volta da anni un responso di insoddisfazione: voto 5,9 alla sicurezza con il 45 per cento degli intervistati che ha definito il sistema trasporti milanese non sicuro. Il presidente Elio Catania in consiglio regionale ha scaricato le responsabilità sul Comune, per la carenza di corsie preferenziali, e sulla maleducazione degli automobilisti.
Un intervento tranquillizzante, funestato però da altri due incidenti, uno il giorno prima e uno il giorno dopo l'audizione. Il sindaco Letizia Moratti, primo sponsor del presidente Atm, ha espressamente chiesto una testa da far cadere. Il capro espiatorio è stato individuato nell'ingegnere responsabile della manutenzione, che però è stato solo nascosto sottoterra: l'hanno mandato alla partecipata Perotti che si occupa della manutenzione della metropolitana. E le decine di referti medici stilati dagli ospedali per i passeggeri Atm? L'azienda spesso prova ad attribuire le responsabilità agli autisti. I sindacati rispondono con un dato inquietante: nel solo 2008, gli 8.383 dipendenti Atm hanno effettuato un milione e 800 mila ore di straordinario. Un malcostume che permette all'azienda di risparmiare sulle assunzioni, esasperato dalla decisione di pagare un extra del 10 per cento per ogni ora in straordinario contro il 30 per cento degli anni precedenti. Catania ha promesso mille assunzioni in tre anni, inclusi cento nuovi autisti entro settembre. Un segnale che soddisfa, senza illudere, Rocco Ungaro, segretario della Cgil trasporti milanese, che parla di "un nuovo clima di collaborazione" ma che insiste sulla necessità di assunzioni, oggi assai lontane dal garantire il turn over con i pensionamenti. Atm infatti, ha perso 1.852 dipendenti in 14 anni, a fronte di un aumento esponenziale dei passeggeri. E oltre allo straordinario selvaggio, i Cobas chiamano in causa "dieci anni di mancati investimenti sulla manutenzione dei mezzi".

hanno collaborato Massimo Calandri e Claudio Pappaianni