
Lo Stato islamico del sedicente califfo Abu Bakr al Baghdadi compie attentati con endemica regolarità. Esattamente come le frange estremiste di quei curdi ormai praticamente esclusi dalla vita politica. ?E sempre in Turchia tentati golpe e riusciti controgolpe avvelenano lo Stato nelle sue istituzioni più rappresentative, esercito, forze di polizia, magistratura, scuola. Bilancio di 13 anni consecutivi al potere, al netto dei parziali successi in economia: un fallimento totale.
Suona dunque beffardo lo slogan con cui, agli albori della sua ascesa, il presidente voleva caratterizzare la sua pretenziosa svolta neo-ottomana: zero problemi coi vicini. Ha finito per avere problemi coi vicini, coi lontani e con gli stessi concittadini. A causa dell’ambiguità ondivaga con cui ha disinvoltamente cambiato tattica e alleanze senza una visione strategica di lunga durata. Ha flirtato con gli islamisti ?di ogni sfumatura, li ha persino foraggiati, salvo ritrarsi e pagare le conseguenze della loro vendetta.
Ha rotto con Putin per il caso del jet russo abbattuto dalla sua aviazione e poi lo ha riabbracciato come miglior amico. Ha cercato l’Europa e l’ha ripudiata (contraccambiato in questo caso). Sta ancora nella Nato con la tentazione di mettere almeno un piede fuori. Ha trasformato una democrazia seppur incerta in una democratura securitaria dove per paradosso gli abitanti vivono nell’insicurezza e nell’incubo del prossimo attacco terroristico mentre scappano i solitamente numerosi turisti.
La megalomania di Erdogan è all’origine di tanto scempio. Il suo sogno di ripristinare l’Impero ha ceduto al cospetto della fragilità di uno Stato che non poteva reggere tentazioni egemoniche in un’area tanto calda. Il mondo globalizzato è come un insieme di vasi comunicanti. Gli errori del leader di uno Stato geograficamente così importante si propagano a catena e arrivano sino a noi. Chi si era illuso, come Angela Merkel, che scendendo a patti con Erdogan si sarebbe creato un cuscinetto protettivo tra noi e il ribollente Medio Oriente si dovrà ricredere. Il presunto uomo forte, con le sue scelte, ha prodotto come al solito forti disastri.