La comunità scolastica ha chiesto all'Ufficio scolastico regionale un intervento risolutivo, con l'obiettivo di ristabilire un clima educativo sereno e costruttivo, valutando anche "la rimozione dell'attuale preside". Il caso è diventato oggetto di due interrogazioni parlamentari. Il liceo scientifico Righi di Roma, ormai da mesi, è attraversato da una tensione che rende difficile lo svolgimento della normale attività didattica. Da una parte ci sono gli studenti e i genitori, che denunciano "una grave incompatibilità ambientale" con la dirigente scolastica. Dall'altra, sostenuta da una minoranza di docenti, c'è appunto la preside Giulia Orsini, ritenuta dal comitato dei genitori la prima responsabile della "situazione ormai insostenibile dal punto di vista relazionale all'interno dell'istituto".
C'è preoccupazione per svariate problematiche strutturali, come la pulizia degli ambienti e la sicurezza dell'edificio. Ma ciò che sembra irreparabile, ascoltando le posizioni di genitori e studenti, è la fiducia nei confronti di una dirigenza che ha avrebbe scelto di punire, invece di cercare un dialogo costruttivo, le ragazze e i ragazzi che hanno manifestato qualche settimana fa contro la gestione della scuola. Giovedì 15 maggio, in concomitanza con il Collegio dei docenti, c'è stato un presidio all'esterno dell'istituto, convocato “con l’intento di manifestare sostegno al corpo docente stesso”.
A testimonianza "della gravità della situazione", ha ricordato Cecilia Frielingsdorf, presidente del Consiglio d'istituto del liceo "sono già state presentate due interrogazioni parlamentari" al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. "Alla luce di ciò, i genitori, il personale e la comunità scolastica auspicano un intervento risolutivo da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale, con l'obiettivo di adottare una decisione definitiva che consenta di ristabilire un clima educativo sereno e costruttivo, anche valutando l'eventuale rimozione dell'attuale dirigenza".
Gli attriti con la preside sono degenerati lo scorso febbraio, quando la dirigente ha deciso unilateralmente e contro il parere di una maggioranza schiacciante di docenti di anticipare gli esami di recupero dal canonico mese di settembre a metà luglio, o in alternativa nelle ultime settimane di agosto. Una scelta a suo dire necessaria per agevolare la migrazione del registro elettronico della scuola da un sistema gestionale a un altro.