Abolire il segreto bancario. Rendere trasparente la finanza. Promuovere una sollevazione dei cittadini contro le offshore. Dove, oltre al denaro dei ricchi, si nascondono i tesori delle mafie globali. Il tecnico informatico che ha fatto esplodere lo scandalo Hsbc scrive a L'Espresso

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Hervé Falciani, 43 anni è il tecnico informatico che ha fatto esplodere lo scandalo Hsbc. Nel gennaio 2009 ha consegnato alle autorità francesi l’archivio della banca in Svizzera: 400 mila nomi di correntisti con oltre 100 miliardi di dollari. La lista Falciani oggi è al centro di indagini e processi in Italia, Spagna e molti altri Stati.

Possiamo farcela. Tutti insieme possiamo, dobbiamo farcela. Tutti i cittadini possono partecipare alla lotta per far dimenticare i paradisi fiscali, abolire il segreto bancario, imporre la trasparenza finanziaria. Un’altra economia è possibile. Ma questa non è una battaglia che si possa fare soltanto con le leggi. Il fisco è vecchio di fronte a Internet. C’è bisogno di un cambiamento nel modo di fare politica. L’iniziativa per far crollare un sistema finanziario globale che favorisce solo le grandi rendite finanziarie, i grandi patrimoni anche criminali, non può più essere soltanto statale o istituzionale. Tutti i cittadini devono sentirsi coinvolti e partecipare attivamente. Dobbiamo provarci tutti insieme, dobbiamo unirci. Bisogna organizzare la partecipazione di moltissima gente che ha voglia di fare. E che in tutti questi anni di crisi e di ingiustizie ha finora potuto solo indignarsi.

Hervé Falciani


Grazie al lavoro dei giornalisti de “l’Espresso” e di tutti i mezzi d’informazione associati all’International Consortium of Investigative Journalists, i cittadini di tutto il mondo hanno potuto capire che cosa sono le offshore. Oggi è chiaro anche alla gente comune che l’evasione fiscale e l’elusione delle tasse a livello internazionale creano vantaggi per pochi ricchi e danni enormi per tutti i cittadini. Ma dal mio punto di vista c’è un problema ancora più grave. Il vero pericolo sono i criminali. I narcotrafficanti, i boss mafiosi. Cerco di spiegarmi con un esempio personale. Nella mia attività ho avuto occasione di lavorare su un fondo di investimento che gestisce otto miliardi di dollari. Le indagini dicono che appartiene a un grande narcotrafficante. Il caso è recente. Quel fondo ha investito in società molto conosciute. Che lavorano anche alla creazione di sistemi finanziari alternativi. Ripeto: si tratta di un fondo da otto miliardi. Per i criminali è fondamentale che non esista alcuna tracciabilità, che non si possa ricostruire la provenienza del denaro. In casi come questo non stiamo più parlando solo di ricchi evasori. Qui c’è un problema gigantesco di sicurezza dell’economia mondiale.

Dobbiamo lottare contro forze potentissime, eppure sono convinto che possiamo farcela. Vorrei fare una domanda a un cittadino comune: hai più paura di perdere il lavoro o di morire in un attentato terroristico? La minaccia più grande per la tua famiglia è al Qaeda o la crisi economica nata dagli eccessi della finanza? In tutto il mondo c’è un’emergenza terrorismo che spinge gli Stati a controllare tutto e tutti. La privacy non esiste più. E questo ormai la gente lo accetta. Voglio dire che la grande maggioranza dei cittadini non si pone più il problema della protezione dei dati personali: si è d’accordo che lo Stato, per motivi di sicurezza, possa controllare i documenti, le voci, le immagini, le telefonate, le email, i contatti su Internet, tutto. Anche lo Stato svizzero, che protegge il segreto bancario con il carcere, ha aumentato i poteri dei servizi segreti. E a controllarci sono anche soggetti privati. Sulle piattaforme di Internet si trovano quantità enormi di dati personali. Con diecimila euro si comprano sul dark web masse di informazioni sugli aspetti più delicati della vita privata di migliaia di persone: le idee politiche, le scelte religiose, le relazioni sessuali... Ma allora perché non si possono rendere trasparenti, pubbliche e liberamente accessibili almeno le informazioni sui soldi, quelle che servono a far pagare le tasse anche ai ricchi e a svelare i patrimoni dei criminali?

Esclusivo
Bahamas Leaks, il secondo elenco degli italiani con i soldi al sole
30/9/2016
In questi anni sta nascendo anche un nuovo giornalismo per i cittadini. Ho letto gli articoli de “l’Espresso” sulle Bahamas, ho visto l’impegno di tutti i giornalisti del consorzio Icij: avete fatto un ottimo lavoro perché avete trovato gli elementi concreti, i nomi, i documenti, le cifre. Avete fatto capire che le offshore sono un problema per tutti e che si può risolvere. Però non siete uno Stato: siete solo giornalisti, lavorate in imprese private. Il lavoro del consorzio Icij è un nuovo modello di trasparenza e di educazione alle legalità. Ed è la prova che tutti i cittadini, tutti i lavoratori di imprese private possono aiutare a rendere trasparenti le informazioni sui soldi.

Il problema centrale è la segretezza. Il buon giornalismo è contro la segretezza. Ma tutto nasce da un’iniziativa privata. E gratuita. Voi de “l’Espresso” non avete pagato nulla per accedere all’enorme banca dati del consorzio Icij. Il giornale tedesco “Süddeutsche Zeitung”, che ha trovato per primo le fonti, ha condiviso tutte quelle informazioni senza chiedere nulla. Come diceva un cardinale, è più bello dare che ricevere.

Personalmente, io ho aiutato il fisco della Francia, Spagna, Italia, di molti altri Paesi europei e sudamericani. C’è sempre bisogno di professionisti delle indagini e tecnici dell’informazione per costruire una banca dati trasparente, sicura, accessibile a tutti. Però questo non basta. Ognuno deve fare la sua parte. E può farlo anche per interesse economico. Che può diventare anche un interesse sociale. Ognuno può aiutare a cambiare la società in cui vive. C’è ancora moltissimo lavoro da fare. Pensate solo al potere delle banche, pensate alle cause della crisi economica mondiale. Un nuovo sistema di pagamento gratuito per tutti, renderebbe inutili molte delle attuali banche, che sono inefficienti, come dice anche un certo Draghi...

Oggi il cuore del problema sono proprio le banche. I criminali hanno capito che le offshore non sono più sicure. Per questo sono stati creati nuovi sistemi di intermediazione finanziaria senza società offshore. Ma a gestire le strutture sono sempre le banche. L’identità del cliente viene conosciuta solo localmente, ma i soldi sono globali. E totalmente anonimi. Però le cose stanno finalmente cambiando. Perché i cittadini ora capiscono che la lotta contro il denaro nero è un problema di tutti.

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