Tra le firme che hanno fatto la storia de L’Espresso si ricorda Camilla Cederna, cronista attenta e pungente, acuta osservatrice della società italiana, dalla politica alle mode e ai linguaggi. Fino alla metà degli anni Settanta curò sul giornale la rubrica di costume “Il lato debole”, ma già nel 1956 raccontava e analizzava fenomeni culturali come “Lascia o raddoppia?”. Nella copertina del 7 ottobre di quell’anno spiegava il motivo delle dimissioni del notaio della trasmissione, Nicolò Livreri. Molto amato dal pubblico, con la sua presenza assidua in quasi un anno di programmazione (44 puntate, una a settimana) Livreri era entrato nelle case degli italiani annullando la distanza con la figura notarile, tuttavia aveva attirato varie critiche per il diverso trattamento riservato a specifici concorrenti del quiz. Erano le partecipanti più giovani, più belle e più bionde a ricevere, di solito, l’aiuto maggiore anche da parte del conduttore Mike Bongiorno. Suggerimenti e domande di riserva erano molto più frequenti per le giovani studentesse che per concorrenti meno avvenenti, più maturi o meridionali, scriveva Camilla Cederna, svelando così anche alcuni meccanismi di fidelizzazione del pubblico e strategie della televisione e dei suoi «raccomandati». Accanto alla critica di Cederna, inoltre, la prima pagina del 7 ottobre si completava con una grande fotografia di Lale Andersen, cantante tedesca che ottenne successo internazionale durante la Seconda guerra mondiale con la canzone “Lili Marleen”. Furono gli Africa Korps del feldmaresciallo Rommel a rendere il brano popolare a partire dal 1941, ma quando a cantarlo qualche anno dopo fu Marlene Dietrich, già fuggita negli Stati Uniti, divenne l’inno di tutti i soldati al fronte, in ogni schieramento. Il volto di Andersen, tuttavia, compare in questa copertina de L’Espresso per dare notizia della sua partecipazione al raduno dei Korps a Düsseldorf, tra il 28 e il 30 settembre del 1956.