Tre donne irresistibili. Due poliziotti corruttibili. E mille colpi di scena. Nel nuovo film del grande regista. In anteprima
Un regista da brivido, Brian De Palma. Una storia scritta da un maestro del thriller, James Ellroy. E due attrici stupende. Anzi tre: oltre a Scarlett Johannson e Hilary Swank nel cast di 'The Black Dahlia' c'è anche la bellissima Mia Kirshner. Che però si vede a stento. Quando fa la sua prima apparizione nel film è già morta: nuda, sfigurata e fatta a pezzi in quello che è uno dei delitti insoluti più famosi d'America.
Con premesse come queste, si capisce che 'The Black Dahlia', che uscirà in settembre dopo la presentazione prevista alla Mostra del Cinema di Venezia, sia uno dei film più attesi della prossima stagione. "Sono rimasto sbalordito. È un film che riporta Brian De Palma ai fasti degli 'Intoccabili'", ha affermato con entusiasmo il vicepresidente della Universal, Marc Shmuger. Per chi era rimasto deluso dalla sua ultima fatica, il debole 'Femme Fatale', c'è la speranza di ritrovare l'irresistibile ritmo di 'Carrie' e 'Scarface'. 'The Black Dahlia' è basato sull'omonimo giallo di Ellroy, scrittore molto amato da Hollywood: basta ricordare 'L. A. Confidential', adattato per il grande schermo da Curtis Hanson, con Kevin Spacey, Russell Crowe e Kim Basinger. Nella torbida e complessa trama di 'La Dalia Nera' (pubblicato in Italia da Mondadori), Ellroy però ha messo qualcosa in più rispetto agli altri suoi romanzi. E non solo perché la storia si ispira a un vero delitto, ma perché nel ricostruire - e portare a una soluzione - la morte orrenda e misteriosa di un'aspirante attrice uccisa nel 1947, lo scrittore rivive la morte di sua madre, anche lei assassinata, 11 anni più tardi, da un killer rimasto sconosciuto.
A indagare sull'omicidio di Elizabeth Short sono gli agenti Bucky Bleichert e Lee Blanchard (nel film, Josh Hartnett e Aaron Eckhart), legati da un'amicizia tempestosa, dalla passione per la boxe e dall'amore per la stessa donna, l'affascinante ex prostituta Kay: la interpreta Scarlett Johannson, che dopo i due film con Woody Allen si conferma la star più versatile del cinema di questi anni. Il delitto scatena subito un'attenzione spasmodica non solo per l'orrore del corpo mutilato, ma anche per la bellezza e la biografia della vittima: bruna, bella, ventiduenne, la Short era arrivata a Los Angeles sperando di diventare attrice, ma sbarcava il lunario prostituendosi. La sua passione per i vestiti neri le vale il soprannome di 'Dalia Nera', che i giornali le affibbiano parafrasando il film 'La Dalia Azzurra' con Veronica Lake. Mentre decine di mitomani si autoaccusano del delitto, le indagini arrivano a un punto morto. E lì rimangono, nella realtà. Nel romanzo di Ellroy e nel film di De Palma, invece, a questo punto inizia la parte più torbida di una storia intrigante e ricca di colpi di scena. Anche troppo: sebbene lo sceneggiatore Josh Friedman (già co-autore della 'Guerra dei mondi' di Steven Spielberg) abbia asciugato il più possibile la trama complessa del romanzo, lo spettatore rischia di perdersi tra i mille personaggi e le mille rivelazioni che si susseguono sulla scena.
La chiave dell'assassinio sembra essere la bisessualità della vittima. Lee e Bucky girano i locali per lesbiche della San Fernando Valley mostrando foto di Elizabeth e di una sua amica e collega, Linda Martin, che sembra sparita nel nulla. Durante una di queste visite Bucky nota una donna bruna, che somiglia molto alla vittima, fuggire dal locale. È Madeleine, figlia di uno dei più potenti costruttori di Hollywood, che spiega la sua fuga così: "S'immagina i titoli dei giornali? 'Figlia del noto magnate edile interrogata sul caso Black Dahlia perché frequenta ambienti lesbici'". Madeleine (interpretata dalla bravissima Hilary Swank) ammette di aver conosciuto Betty e Linda e offre sesso all'agente in cambio del suo silenzio: e Bucky, da bravo poliziotto corruttibile alla Ellroy, accetta, regalandoci alcune delle scene più torride del film. La relazione tra i due continua nel segreto, ma Madeleine fa conoscere a Buck la sua famiglia apparentemente perfetta: il padre Emmett, pacifico e conviviale, la silenziosa e austera madre Ramona (è Fiona Shaw, ottima attrice teatrale irlandese) e la sorella minore Martha.
Bucky rintraccia Linda, la collega di Betty, le estorce una confessione e le sequestra una pellicola. È un torbido film porno-lesbo ambientato in una sceografia egiziana e interpretato dalle due ragazze. Lee intanto si butta nelle indagini con un impegno sospetto. Per concentrarsi sul lavoro arriva a trasferirsi in un albergo, lasciando sola Kay, che un giorno rivela a Bucky il perché di tanta ossessione: anche la sorella di Lee è stata uccisa in modo efferato, e la ricerca dell'assassino è per lui un modo per vendicarsi anche di quel delitto. E qui c'è evidentemente un altro passaggio dell'identificazione tra Ellroy e i protagonisti del suo romanzo.
Però quella che Kay ha rivelato a Bucky è solo una parte della verità. Solo dopo che Lee è stato ucciso insieme a un rapinatore appena uscito di galera, Bobby DeWitt, in un episodio poco chiaro, e dopo che Kay e Bucky si sono lasciati andare alla passione che finora avevano cercato di dominare, l'agente scopre, nascosto nella casa che la donna divideva con Lee, il bottino della vecchia rapina. A fare il colpo infatti era stato lo stesso Lee insieme a tre complici. Poi ne aveva accusato De Witt, che non c'entrava nulla, ma meritava una punizione per essere stato lo sfruttatore di Kay.
Un altro colpo di scena, e Bucky scopre che l'integerrimo padre di Madelaine è in realtà legato alla produzione del film porno in cui aveva lavorato Betty. Quando l'agente va a casa di Madeleine con la pistola spianata per la resa dei conti, lo aspettano altre rivelazioni. Al contrario di quanto è avvenuto nella realtà, sia per la morte di Betty Short che per quella della madre di James Ellroy, nel romanzo e nel film alla fine tutto è chiaro, almeno per chi riesce a non perdersi tra i colpi di scena. Chi ricorda il romanzo sarà avvantaggiato anche se noterà nel finale molte differenze. Gli altri saranno storditi da un fuoco pirotecnico che intreccia rivelazioni di infedeltà, corruzione, perversioni, incesti platonici e follia. Quel che è certo è che il film di De Palma, a differenza del libro, finisce con altre due donne morte - Ramona e Madeleine, ree confesse di delitti e nefandezze varie - e con il sorriso di Scarlett Johannson che accoglie felice Bucky sulla porta di quella che sarà la loro casa. n