Il gioco all'italiana è il sistema di gioco più perfetto mai applicato su un campo di calcio. Essendo una scienza esatta, poco importa che sia giocato dall'Inter, un squadra senza italiani, oppure da svizzeri, una squadra senza svizzeri e piena di turchi, italiani, curdi, congolesi e capoverdiani come Gelson Fernandes, autore del gol vincente.
Il gioco all'italiana sta al gioco alla spagnola come Leonardo da Vinci al comandante Raymundo Navarro (vedere alla voce Mario Marenco, Alto Gradimento, anni Settanta).
Ovvio, ci sono modi più o meno abili di applicare la scienza. Gli svizzeri professano un gioco all'italiana mediamente efficace. La difesa, composta da cicognoni abili di testa, ha beneficiato dell'uscita di Senderos, l'ultrabrocco di padre spagnolo e nazionalità elvetica preso da Galliani per il Milan due anni fa.
Senderos Luminosos è stato capace di farsi male dando un calcio a un compagno di squadra.
Centrocampo rossocrociato prudente. Quantitativo ma non ignorante. Attacco di contropiedisti. Gli ingredienti della prima grande sorpresa del Mondiale 2010 sono gli stessi dei tempi di Valcareggi e Rocco, che in più avevano i campioni.
La Spagna gioca sul possesso, come fa il Barcellona, come lo stesso Milan ai tempi di Ancelotti. Circola questa strana superstizione per cui il possesso della palla, come il possesso di una donna, garantisca da brutte sorprese. L'evidenza prova il contrario.
Eppure gli spagnoli hanno giocato bene. Quando alzano il ritmo e parte il flipper, sono uno spettacolo. Tecnicamente stanno agli svizzeri come Cervantes al trio Rezzonico-Gervasoni-Huber (vedere alla voce Aldo, Giovanni e Giacomo) e possono battere senz'altro sia l'Honduras, sia il Cile, un'altra squadra di nanetti. Hanno difensori sopravvalutati ma molti giocatori magnifici. Iniesta, prima di infortunarsi e dopo che Del Bosque gli ha cambiato posizione, ha spadroneggiato.
Eppure l'azione più bella è stata, appunto, il contropiede italianesco del curdo Derdiyok, un'azione alla Messi conclusa da un tocco di esterno destro fermato dal palo per fare legni pari con la traversa di Xavi Alonso al 70'.
Per gli amanti delle statistiche, risulterà magari che la Spagna ha conservato il possesso per il 99,9 percento del match. Ha tirato di più in porta. Ha avuto più angoli. E, si è detto, ha giocato bene. Totale dell'addizione: ha perso. Un titolo di prima pagina sulla Gazzetta dello sport di oggi diceva: promessa Spagna «grande momento, vi faremo divertire».
Ci hanno fatto divertire. È che non vogliono imparare l'italiano.