Toni Servillo: "Vi spiego l'erotismo del teatro"

Anticipiamo un estratto della Lectio Magistralis che l’attore terrà all’università ?di Bologna il 28 febbraio, dove il rettore Ivano Dionigi gli consegnerà la Laurea Honoris Causa in Discipline della Musica ?e del Teatro

Toni Servillo
L’attore è colui che è delegato dallo spettatore che gli dice «vivi al mio posto, indossa al mio posto la maschera, vivi e io ti guardo vivere». Sento di essere delegato a vivere per gli altri in una dimensione convenzionale, direi quasi “sacrificale”, che attiene ad una ritualità. Questo richiede una riserva di condizione pre-espressiva che è nascosta in noi attori e che si libera nel momento in cui è necessaria.

Può sembrare che tu non abbia interesse per altre cose della vita, ma non è vero: lo tieni nascosto, perché sai che a un certo punto, a differenza di altri, questo interesse lo devi esprimere dal vivo, esibendoti. Il che è diverso da chi li esprime sulla carta, oppure col colore, quindi con una protesi di sé.

Tu attore lo esprimi “col te”, perché, come dice Amleto, noi «suoniamo noi stessi». Gli attori che amo sono quelli che si mettono in questa condizione di umiltà che trascende se stessi, che, pur avendo una forte personalità, si mettono al servizio di una comunicazione più ampia. Che, per così dire, si polverizzano.
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Lo strumento dell’attore è il suo corpo, e credo che l’ipotesi di un teatro che possa scuotere un pubblico annebbiato da altri media sia proprio nel conservare la “scandalosità” del corpo. Quanto il corpo ha di limitato, tanto il teatro deve esprimere di limitato, accettando la sua limitatezza.

?La bellezza del teatro è che può contenere infinite riflessioni, anche le più profonde, sull’uomo, ma proprio nella sua limitatezza fisica. Del resto penso che la dimensione erotica del teatro stia esattamente nello sforzo di trasmettere al pubblico, oltre che la natura di un personaggio, una presenza fisica contemporanea. Il teatro per essere efficace ha bisogno di essere contagioso, e se contagioso è anche erotico.

L’elemento fondamentale perché sia contagioso è che la fiamma viva ed elettrizzante dell’innamoramento del regista per i suoi attori, e tra gli attori, sia una fiamma che contagia anche il pubblico. L’erotismo a teatro è la risultante di una compresenza: c’è il piacere mio ma anche il tuo, e io mi sottraggo e mi concedo, mi manifesto e mi nascondo, mi faccio rincorrere e poi improvvisamente trovare.

Ci sono attori che danno al pubblico l’illusione di conoscerli da sempre; poi, proprio nel momento ?in cui sembra di conoscerli perfettamente, propongono la rivelazione, qualcosa che lo spettatore non aveva mai conosciuto o su cui non aveva mai riflettuto, che è la poesia di un’interpretazione. Analoga alla meraviglia di quando leggi una poesia: sembra che tutto si sia rivelato, e invece improvvisamente arriva qualcosa che non ?si conosceva affatto.

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