L’appuntamento con Belpoliti e Goldkorn per la presentazione di “Primo Levi di fronte e di profilo” è venerdì 11 settembre alle ore 15 al teatro Bibiena di Mantova. E fin qui tutto bene. ?Ma per molti altri appuntamenti del Festivaletteratura il povero pellegrino letterario deve invocare Padre Pio e il suo dono dell’ubiquità.
Dove andare, mercoledì 9 pomeriggio? A fare un patchwork con Tracy Chevalier o ad ascoltare Carlo Ginzburg e Salvatore Settis discettare del potere delle immagini? A vedere il confronto tra ?uno storico (Alessandro Barbero) e una narratrice di storie (Bianca Pitzorno) o a fare il punto sull’Ebola con Gino Strada e Roberto Satolli? E la sera, meglio il Teatro dei Sensibili di Guido Ceronetti o il film sulle scrittrici rosa di Laurie Kahn, ?il mix di musica e gastronomia di Donpasta o l’omaggio di Marco Malvaldi al “Vernacoliere”, il dibattito tra Edgar Morin e Tariq Ramadan con Riccardo Mazzeo sulla “Libera circolazione delle idee” o il racconto
del viaggio di Okey Ndibe dalla Nigeria al “Financial Times”? Ma è così, si sa: non si può avere tutto dalla vita, ?e il Festivaletteratura obbliga a scelte dolorose.
Anche perché il crescente successo fa sì che, dopo aver studiato ?i 350 eventi sul programma (scaricato dal sito www.festivaletteratura.it) ?e aver controllato i luoghi sulla pianta della città (anche questa disponibile ?sul sito), al momento di prenotare ?i biglietti sia il destino a scegliere. Lasciandoci a disposizione solo gli eventi a ingresso libero. Quelli in lingua originale senza traduzione. ?O quelli con scrittori sconosciuti ?che non avremmo mai scelto e che probabilmente, visto l’ottimo livello ?di tutti gli incontri in programma, riservano scoperte indimenticabili.
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Nel festival perfetto di chi scrive, giovedì 10 si comincia con i fumetti ?di Vanna Vinci (ore 11) e si passa ?alle meditazioni sulla vita, la morte e “Il gatto di Schrödinger”(Del Vecchio) di Philippe Forest (14.30) o a quelle di Giuseppe Antonelli e Matteo Motolese che costruiscono, parola dopo parola, un “Vocabolario europeo”. Sempre che non si voglia omaggiare, alla stessa ora, un mito letterario come Christa Wolf o la beniamina delle hit-parade Paula Hawkins (“La ragazza del treno”, Piemme). La sera, un film su Susan Sontag (18.45), e alle 21 Paolo Poli ?che legge e reinterpreta l’Artusi.
Venerdì, prima del Levi di Belpoliti, si ride con la gara di scuse assurde dei bambini svogliati (“Non ho letto il libro perché...”, ore 10) e ci si entusiasma per le proposte di reportage dei ragazzi (“Pitching in piazza”, 11,30). Se l’incontro su Levi è pieno, ci si consola con le fantasie dark di Marilù Oliva (“Lo zoo”, Elliot) o con uno dei più grandi scrittori americani viventi, Percival Everett (con Fabio Geda ?alle 16,30). ?La sera, il monologo di Anna Bonaiuto sulla principessa Cristina di Belgioioso batte l’incontro con Kazuo Ishiguro, ?che recupereremo sabato alle 11.15.
Se i primi tre giorni del festival sono duri, l’imbarazzo della scelta nel weekend è lacerante. Sabato alle 15 meglio Tzvetan Todorov o Wole Soyinka? O il calligrafo benedettino Ewan Clayton? E la sera sarebbe bello andare al Parcobaleno a vedere le variazioni sul “Giardino segreto” di Pia Pera e Lorenza Zambon, ma c’è anche uno scrittore sempre interessante, Javier Cercas (che però fa un altro incontro domenica alle 15). Alle 20 e 30 il “Ragionevole dubbio” di Gianrico Carofiglio, magistrato e giallista, ?è davvero imperdibile: peccato per Maria Pace Ottieri, Petros Markaris ?e il film sullo strano caso di J.T.Leroy, lo scrittore inventato. Forse alle 22 ?e 30 ce la si fa a fare un salto allo “Sconcerto rock” di Gene Gnocchi...
Domenica 13 alle 18.30 il festival chiude con Mario Vargas Llosa, protagonista ovunque, dalle cronache dei Nobel a quelle rosa (per il recente matrimonio con la bella ex moglie ?di Julio Iglesias). Prima però c’è una giornata fitta, tra Altan e il Booker Prize Richard Flanagan, due firme dell’ “Espresso” (Luca Molinari per il libro su Napoli di Silvio Perrella e Lirio Abbate con Piercamillo Davigo sulle “Nuove Mafie”). E il ricordo doveroso di un eroe del nostro tempo, il bambino pachistano Iqbal Masih, raccontato da Igiaba Scego ?con Francesco D’Adamo
(autore di “Storia di Iqbal”, EL).