La Voce di Bano, breve storia televisiva di un uomo col cappello
Dal panama al colbacco, due o tre cose formato piccolo schermo sul nuovo coach del talent di Rai Due
di Beatrice Dondi
9 aprile 2018
Albano Carrisi nasce come Albano in quel di Cellino San Marco ma dovendo scegliere un nome d’arte si lascia trasportare dall’entusiasmo e si trasforma in Al Bano. Il suo debutto sulla sedia rotante di “The Voice,” da cui regala due delle sue espressioni più intense, con o senza panama bianco, avviene sotto il segno di tre parole: cuore udito e anima. Mancano il sole e l’amore, ma di queste aveva già parlato nelle sue vite precedenti.
Lo sbarco al talent di Rai Due avviene con slancio: marziano nel parterre, non riesce a smettere di gongolare e come un Roger Rabbit incapace di resistere alle provocazioni si ostina a finire ogni frase musicale con i suoi acuti. Circondato da drag queen compaesane, figli d’arte e diciottenni nati anziani, il suo essere pesce fuor d’acqua fa segnare il secondo punto all’inutile programma dopo il colpaccio di suor Cristina anni or sono. Palchi di Sanremo baciati a parte, i ricorsi sul piccolo schermo del signor Bano, onesto, credente e reazionario il giusto, sono cadenzati come Barney dai suoi legami con la prima e la seconda signora Panofsky.
Il cantante deve infatti il suo maggior successo televisivo all’abbandono in diretta nel corso di una generosa edizione dell’Isola dei famosi, dove Loredana Lecciso lo lasciò mentre perdeva chili a Samanà. L’emozione e l’orgoglio, conditi dalla commozione di Simona Ventura, che luccicava dalla gioia pensando agli ascolti del giorno dopo, fecero il resto.
Dopo una pausa di riflessione, intercalata da incursioni semi benefiche, torna in auge grazie alla reunion con Romina, prima e ingombrante signora del Nostro, per il concerto di Mosca, trasmesso su Rai Uno e riproposto in uno speciale dell’artista Vespa con l’intrigante titolo “Dalla Russia con Al Bano”. Ingentilito dal colbacco di pelo Bano duetta nella terra del suo amato Putin mandando in sollucchero le signore in platea che avrebbero potuto col costo del biglietto risollevare il debito pubblico.
Il resto è poca cosa. Una lettera al dittatore coreano, un bicchiere di vino, un panino, qualche pettegolezzo insinuato nel salotto della domenica, il trenino di Capodanno e, appunto, il ruolo da coach su Rai Due. Che non è sicuramente un granché ma con l’aria che tira, è pur sempre un posto fisso.
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HO VISTO COSE BELLE In un programma slabbrato come “Cyrano - L’amore fa miracoli” (Rai Tre) colpisce ?la presenza consapevole e capace ?di Ambra. Ironica il giusto, elegante e puntuale, è inversamente proporzionale alla presenza ingombrante e soporifera di Massimo Gramellini, che prova in tutti i modi a parlarle sopra. Per fortuna senza riuscirci sempre. Schermata-2018-04-06-alle-16-15-54-png HO VISTO COSE BRUTTE Volgari talvolta, tristi ogni tanto, insipide spesso: le magliette sbandierate da Gene Gnocchi nel salotto di Floris DiMartedì (La7) proprio non fanno ridere. E il fatto che il nostro ex calciatore scrittore cantante e amato comico le riproponga implacabile non aiuta. Ecco. L’abbiamo detto. Come lo strappo a sorpresa della ceretta. Schermata-2018-04-06-alle-16-16-36-png