In un determinato momento, non si sa bene per quale motivo, è stato deciso che Saverio Raimondo sarebbe stato il nuovo genio della comicità nostrana. Faccia di gomma, capelli a zazzera e vocina nasale, il meglio di sé probabilmente non è ancora riuscito a darlo ma ogni volta che compare in qualche palinsesto notturno si grida al peccato perché in altra collocazione sicuramente sarebbe riuscito ad esprimersi al meglio.
Nominato d’ufficio “Il numero uno degli stand-up comedian” di casa nostra anche grazie alla quasi assoluta mancanza di avversari, Raimondo e la sua simil satira tagliente e un po’ scontata, questa volta duetta con Antonio Razzi riuscendo nell’impresa non facile di risultare più ripetitivo del senatore. Il programma quotidiano sul Nove vorrebbe ispirarsi ?a dir poco liberamente ai ping pong ?del glorioso passato, con l’intelligente ?e lo stolto, il furbetto e il bonaccione, dove la spalla abile prepara il terreno ?con dovizia per fare inciampare il comico protagonista il quale, messo in difficoltà smaccata riesce a dare il meglio di sé.
Bastava infatti che Carlo Campanini srotolasse la frase di rito «Vieni avanti cretino» che il solo ingresso in scena di Walter Chiari col cappello ben calato sulle orecchie scatenasse la più liberatoria delle risate. Raimondo prova ad applicare questa sin troppo rodata formula esibendosi nel ruolo del colto scatenatore di battute. Ma lo fa con il più semplice dei nostri recenti onorevoli, che non ha mai neppure cercato di mostrarsi diverso da quello che è. Quindi ?le morbide stoccate del comico non lo smuovono di un soffio e tra i suoi interventi in Senato ?e il siparietto quotidiano di sette minuti non c’è alcuna differenza.
L’italiano zoppicante, la pronuncia straniera inesistente, lo sguardo vitreo e la pressoché totale assenza di ironia volontaria di Razzi non emergono grazie alla spalla dalla faccia furbetta e dalle battute ammiccanti perché sono già lì, ?da anni, in bella vista davanti a tutti. ?E il copione un po’ trito della campagna elettorale sempre uguale a se stesso, con i discorsi a favor di popolo che si riducono nel santo del giorno e in qualche facezia pesante come piuma, mette in crisi l’intera formula che si sarebbe voluta comica. Invece è solo triste. Un po’ come la politica.
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HO VISTO COSE BELLE
“Epic Twins” (il giovedì su Blaze) non è niente di che, con quei video che ricordano una replica di “Paperissima” ma i due gemelli modelli Fabris e Vales, armati di barbone rossicce, grasse risate ?e quell’irresistibile accento marchigiano, sono adorabili come ?un panino al ciauscolo.
HO VISTO COSE BRUTTE
Corre voce che “The Apprentice”, quel bel programmino che nella versione originale Usa vantava The Donald come burbero protagonista, potrebbe tornare in onda sempre con Flavio Briatore ma questa volta sulla Rai. Bisognerà aspettare il 2019. Ma si sa che il tempo vola quando ci si diverte.