In principio era il monoscopio. Col calar della notte la Rai salutava l’affezionato pubblico con un’immagine fissa che trasmetteva un unico, chiaro, limpidissimo messaggio: non abbiamo più niente da dirvi, andate a dormire, ci ?si rivede domani. Poi, a un certo punto, presi da una smania produttiva, qualcuno ha pensato bene di sostituire quella griglia inespressiva e monocorde senza al tempo stesso voler turbare troppo ?lo spettatore assonnato. Ed è comparso Marzullo.
Luigi detto Gigi con una costanza da far invidia alle gocce cinesi, si è armato di una versione del tutto personale del cosiddetto brio televisivo ?e ha preso possesso in senso letterale della cultura notturna da servizio pubblico. Al momento, dopo l’annuncio ufficiale alla presentazione dei palinsesti 2018, gli appuntamenti autunnali previsti del nostro sono ben cinque.
Dalla domenica al venerdì porte aperte all’arte, alla cultura e allo sport con il classico “Sottovoce”, che usa la canzone Ancora come sigla giusto per dare l’idea della costanza implacabile. La domenica invece si parla di musica, con “Settenote”. Il sabato è la volta della letteratura, con “Milleunlibro”, poi c’è ?il mondo della celluloide con “Cinematografo”, infine il teatro con Applausi.
Mancano all’appello, per il civile confronto, solo il mondo degli arazzi e dei francobolli, per il resto se nel Belpaese c’è qualcuno che si occupa di qualche cosa sicuramente riuscirà a fare una capatina da Gigi Marzullo. Per definire, dopo avere riflettuto il giusto, se davvero crede in quello che fa o se fa quello che crede. Facendosi la domanda e dandosi la risposta. E sciogliendo definitivamente ?il nodo gordiano del sogno che aiuta a vivere.
Ora, senza nulla togliere al medico - chirurgo - giornalista - autore - opinionista e conduttore, che pone ?delle non questioni all’ospite di turno ?con garbo e senza ironia alcuna, viene ?da chiedersi per quale buffo motivo la rete ammiraglia gli abbia appaltato definitivamente l’informazione culturale. Che in teoria dovrebbe essere una materia viva e frizzante, meritevole dopo ben tre decenni di un qualcosa di più dell’entrata in punta di piedi.
A volte, ?solo l’educazione non basta. ?Come il monoscopio.