I duetti funzionano, la Raffaele ritrova a tratti il suo talento ma il comico non decolla. E le pernacchie non bastano

Sanremo sulla carta sembrava un ingranaggio costruito alla perfezione. Baglioni bis dopo il trionfo dello scorso anno, un parco cantanti che alla fine mostrano guizzi inediti, ospiti d'onore, Virginia Raffaele, una potenza comica comprovata e Claudio Bisio, il simpaticone che piace a tutti. Eppure, eppure.

Le canzoni hanno più di un colore convincente, dall'argento vivo di Silvestri alle rose viola di Ghemon fino ai capelli blu della Bertè. Il direttore artistico continua a saperci fare, un po' sottotono ma sempre sul pezzo, e lo dimostra con il suo faccione ingrigito coni duetti, in cui si accomoda, spazia, accompagna con un agio difficile da negare.
Gli ospiti la fanno da padrone, da Fiorella Mannoia a Pippo Baudo, ognuno al suo posto, ognuno un piccolo regalo per il pubblico fedele. 

La Raffaele fa un po' fatica, la conduzione non è roba sua, ma quando tiene la scena sommersa dal taffetà della Carmen fa rivivere quella sensazione di potere di chi sa impugnare il palco con un solo fischio. Ciò che davvero non funziona è l'altro Claudio. Bisio Claudio. Che arranca, si agita, muove le braccia e aggrotta la fronte senza portare a casa il risultato. Ed è un po' un peccato. Perché il gusto di una fresca risata è quello che aiuterebbe a ad andare avanti per il sessantonevesimo anno di visione di un festival che si ostina a presentarsi come l'evento di un Paese che ne sta vivendo di tutti i colori.

Dopo l'apertura a suon di pernacchie, e che Eduardo li perdoni perché non sanno quello che fanno, in un numeretto da avanspettacolo dalla lunghezza esagerata, Bisio ha tentato di riprendersi un passato divertente, canticchiando, elargendo sorrisi, snocciolando copioni a memoria. Senza riuscire a far ridere. «So che posso fare meglio» aveva detto dopo il debutto, illudendo lo spettatore fiducioso. Ma il risultato non arriva alla sufficienza al  punto che persino Pio e Amadeo in smoking strappano più di un sorriso. E Baglioni, che si trova al suo fianco a fatica, non fa molto per nasconderlo.

D'altronde il dirottatore ha ben poco da recriminare, visto che le scelte sono tutte sue. Anche quella di richiamare Michelle Hunziker, a cui basta un numeretto modesto al suon di Elio per stracciare il suo ex compagno di banco in un confronto impietoso. Alla fine verrebbe da invocare solo la decisione estrema raccontata in filmetto da niente come 2001 Odissea nello spazio: «Se ci risultasse che Hal funziona male, non avremmo altra scelta se non quella di escluderlo». Chissà, non avendo a che fare con calcolatori 9000 ma con umane emozioni c'è da sperare in un margine di miglioramento. Magari in un piccolo miracolo. Tanto il santo c'è.

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