Ho visto cose
Il suo salotto della serata domenicale è vero servizio pubblico: raccoglie in un unico programma un intero circo, politico ma soprattutto umano. E se mai dovesse chiudere, il concentrato di sub televisione che ospita potrebbe invadere tutti i palinsesti
di Beatrice Dondi
Nei giorni tristi in cui ne viene paventata la chiusura, corre l’obbligo di unirsi tutti al ridondante ringraziamento di Nicola Zingaretti nei confronti di Canale 5 e del suo salotto domenicale ammaestrato da Barbara D’Urso. Perché senza questo meritorio recinto ben definito, il concentrato del peggio offerto dal mercato della sub televisione, tra buffi esperimenti, ex segretari di partito ridanciani, iracondi di professione, uomini e donne dannosi e dannati scorrazzerebbe indisturbato per gli studi televisivi di ogni altro canale.
Durante “Live non è la D’Urso” infatti, l’ottima Barbara accoglie questi lapilli bollenti tra le sue illuminate braccia, scioglie il guinzaglio, lasciandoli liberi di mostrarsi nelle loro forme più creative, li strema pungolandoli con provocazioni fini a se stesse e al termine della serata, dopo quattro ore e oltre di parole in semi libertà li fa tornare nei camerini col fiatone dei bambini irrequieti che dopo una giornata di corsa sfrenata nel parco crollano esausti come fossero angioletti.
Così un brivido corre sui telecomandi all’idea che questo pubblico servizio possa essere interrotto. E viene da chiedersi dove si intrufolerà questo circo ambulante senza la sua riserva controllata. Come un branco senza casa si ritroveranno sparpagliati nei palinsesti tutti le autorevoli opinioni di Alessandro Cecchi Paone, le mutazioni di Francesca Cipriani, le risatine di Michele Cucuzza, le scorribande di Alda D’Eusanio, le saggezze di Alba Parietti, le sferzate di Giampiero Mughini, le perle di Giuseppe Cruciani, gli oculati giudizi di Raffaello Tonon e i rammarichi di Platinette. Il rischio che Gianluigi Nuzzi sbuchi all’improvviso per litigare con qualcuno in un programma a caso esiste, ed è una bella preoccupazione, visto che nel recente passato si è accapigliato niente di meno che con la madre di Luigi Favoloso che aveva accusato Nina Moric di averle morso il cane, con Paolo Brosio che criticava la fede della conduttrice, con Wanna Marchi e la sua figliola Stefania, con Fabrizio Corona sui suoi arresti domiciliari.
Così in un prossimo futuro distopico senza potersi sfogare con Barbara Carmelita le signore negazioniste canticchieranno la non esistenza del Covid nelle sigle di altri canali, tal Giulia Salemi e la sua madre soprannominata Hitler si paleserà a sorpresa e i Cugini di campagna dovranno fare pace tra lacrime e capelli cotonati in mezzo alla settimana.
Insomma, il timore pandemico aleggia e l’unico vaccino al momento è che il salotto D’Urso continui nella sua meritoria opera di contenimento. Mancando il quale, va da sé, bisognerà solo confidare nell’immunità. Che sul gregge siamo coperti.