Violenza di genere
Il caso Nunzia De Girolamo non è chiuso: interrogazione parlamentare e la Rai la bacchetta: «Serve più cautela su temi così delicati»
Le polemiche per i toni dell'intervista alla vittima di violenza continuano. I 5 Stelle annunciano un’interrogazione mentre la presidente Rai Marinella Soldi dà ragione a chi critica Avanti Popolo
Un post della conduttrice Nunzia De Girolamo. La richiesta di un’interrogazione parlamentare. La risposta della presidente Rai Marinella Soldi: la lettera aperta inviata alla Rai per sottolineare come l’intervista alla ragazza che ha subito violenza a Palermo andata in onda durante la puntata del 31 ottobre della trasmissione Avanti popolo sia stata «un esempio inaccettabile di pornografia del dolore» non è passata sotto silenzio. Anzi. E ha riaperto il dibattito su come i media dovrebbero trattare la violenza di genere, in particolare il servizio pubblico. Modalità che a volte passano in secondo piano, per lascare spazio al sensazionalismo.
Per la presidente Rai Soldi, che ringrazia i firmatari della lettera perché «il dibattito aperto e il confronto con i cittadini utenti sono la linfa che alimenta la salute dei media», «la puntata di Avanti popolo presenta aspetti controversi: policy e Contratto di servizio indicano una maggiore cautela su temi così delicati».
Per Dolores Bevilacqua, esponente M5S in commissione di Vigilanza Rai, serve un’interrogazione sul caso De Girolamo: «La violenza di genere è un tema che deve essere trattato con estrema delicatezza, nel rispetto della deontologia professionale ma soprattutto della dignità della vittima, che deve essere tenuta al riparo da ogni forma di spettacolarizzazione della violenza e di vittimizzazione secondaria. Questo deve valere sempre, tanto più per il servizio pubblico. Per questo come Movimento 5 Stelle abbiamo predisposto una interrogazione in commissione di Vigilanza Rai per verificare nel dettaglio quanto accaduto nella trasmissione del 31 ottobre e comprendere che tipo di azione intendano mettere in campo affinché episodi del genere vengano affrontati in maniera corretta da chi conduce i programmi».
«Siamo al solito pregiudizio di donne che odiano le donne?», chiede, invece, la conduttrice De Girolamo ai suoi follower in un post che pubblica sui social per rispondere alla lettera. «Avete sbagliato: siamo tutte dalla stessa parte. Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista. Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche. Quando io ed Asia abbiamo definito i limiti della nostra chiacchierata, abbiamo condiviso tutto ciò che avremmo detto. Tutto. Anche i messaggi che, privatamente, aveva ricevuto sui suoi canali social e che abbiamo deciso di leggere. Era il suo modo coraggioso per sfidare il dolore ed il pregiudizio. Per dire basta».
Al testo pubblicato sui social dalla conduttrice di Avanti popolo alcune delle firmatarie della lettera aperta rispondono: «La violenza di genere non si racconta facendo pornografia del dolore». E spiegano perché la sua risposta è la conferma del problema sollevato: «Non risponde in merito alla lettera. Dimostra di non comprendere la propria responsabilità deontologica e professionale. Ignora e sminuisce le competenze dei professionisti dei Centri Antiviolenza e di chi ogni giorno studia questi temi che hanno firmato la lettera».
«Sono state operate scelte lesive della dignità non solo della persona intervistata ma di tutte le persone a casa, contribuendo a consolidare l’immaginario distorto e colpevole di chi subisce violenza». Scelte che, si sentono in dovere di ribadire le intellettuali: «Sono state fatte in maniera consapevole nella scrittura della puntata e nella gestione dell’intervista».