Intervista

Ester Pantano: «La mia Giuseppina Florio è una donna a cui è stato tolto tutto. Ma non si tira indietro»

di Claudia Catalli   3 novembre 2023

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Ester Pantano nei panni di Giuseppina

L'attrice racconta il suo ruolo ne I Leoni di Sicilia e di aver "stalkerato" Stefania Auci per preparare il personaggio. «Interpreto la versione più vulnerabile di Giuseppina, che invece di lasciare tutto sceglie di restare. Sommersa dall’asprezza del suo dolore»

Stefania Auci ha scritto “I Leoni di Sicilia” e “L’inverno dei Leoni”, pubblicati dalla casa editrice Nord e incentrati sull’ascesa della famiglia dei commercianti Florio agli inizi dell’800 e sulle loro intricate vicende private. Ester Pantano ammette di aver “stalkerato” parecchio la scrittrice, per preparare il personaggio di Giuseppina Florio nei primi episodi della serie. «Interpreto la versione più vulnerabile di Giuseppina, una ragazza con una dote a cui viene strappato tutto», racconta l’attrice a L’Espresso. 

«Costretta a lasciare la sua terra, maltrattata, con il tempo diventa un’altra persona. Deve accettare di essere sposata con un uomo che non ama (Paolo Florio, interpretato da Vinicio Marchioni, ndr), prova un amore struggente per suo cognato (Ignazio Florio, a cui dà vita Paolo Briguglia, ndr) e con il passare del tempo si inasprirà sempre di più, chiudendosi in un dolore sconfinato. Questo è il testimone che ho passato a Donatella Finocchiaro per la sua interpretazione di una Giuseppina tutta diversa dalla mia».

Di questo personaggio ammira «la volontà del sacrificio: essendo il capobranco della famiglia Giuseppina sa che ogni cosa dipende da lei e non si tira indietro. Invece di lasciare tutto e di fuggire via, sceglie di restare. Anche sommersa dall’asprezza del suo dolore».

Che cosa può raccontare una serie del genere al pubblico di oggi? «Mostra come i luoghi che producono ricchezza non sono quasi mai gli stessi che ne traggono beneficio. Ricorda che c’è tuttora una divisione netta tra Nord e Sud e che la sete di potere troppo spesso sgretola tutto quello che si è riusciti ad ottenere». Schiacciata dalle responsabilità, la sua Giuseppina subisce violenza dal marito: «Paolo la picchia perché lui, come tanti, è vittima del giudizio, in paese dicono che lei è andata ad abortire. Raccontiamo la violenza nella violenza: Giuseppina deve portare in grembo il figlio di una persona che non ama, ha provato ad abortire ma non ne ha avuto il coraggio, decide di tenere il bambino e per di più viene picchiata. Sono scene forti, eppure gli uomini come Paolo Florio non sono rari, anzi: la quantità di uomini che genera violenza oggi è folle».

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Come uscirne? «Non vergognandoci mai di denunciare chi ci ha picchiato o ha abusato di noi. Aprendo gli orizzonti, leggendo, guardando film, viaggiando, seguendo modelli femminili forti e sani. Avendo la consapevolezza che la realizzazione di una donna non si raggiunge solo in coppia, non seguendo stereotipi. Fidandosi del sesto senso. E sostenendoci le une con le altre». Anche sull’aborto, Pantano ha le idee chiare: «Ognuna deve essere libera di decidere del proprio corpo come meglio ritiene. Eppure ancora oggi l’aborto è illegale in alcuni Paesi, ci sono donne che vengono stuprate e costrette legalmente a tenersi il bambino. Mi sembra assurdo, siamo arrivati all’intelligenza artificiale, ai droni, a decidere della vita altrui con bombe comandate a distanza, e una donna non è ancora padrona del suo corpo».

 Proprio alle donne Pantano dedica il suo nuovo spettacolo, appena presentato al Marzamemi Book Fest, “Vucchi l’arma”, “Bocche dell’anima”: «Porto sul palco artiste impegnate a livello politico e sociale, cantanti che nonostante tutto - violenze domestiche, dipendenze- salivano sul palco e splendevano. Sono quelle che mi hanno formata, a partire dalla siciliana Rosa Balistreri». Si potrebbero definire maestre, pioniere, apripista: «Hanno aperto le strade agli altri, senza adagiarsi su cammini già abbattuti. È questo che dovrebbe fare oggi ogni artista: aprire nuove strade». Porterà il suo spettacolo in giro per l’Italia, prima di volare a Londra, a marzo, «per un nuovo film di cui non posso ancora parlare». Intanto le è venuta voglia di esporsi in prima persona, di firmare qualcosa di suo: «Sento che è arrivato il momento di diventare anche autrice, me lo sono prefissato e ci voglio provare». Autrice di una storia di donne? «Vedremo, per ora ci tengo a dire che noi donne dobbiamo ribellarci e non farci schiacciare da immagini predefinite. Penso alle più giovani, spesso vittime di influencer e di apparenze. La responsabilità dell’imbarbarimento e di tanta insensibilità è dell’inutilità di certe proposte, che pure hanno troppo seguito»