Il cantautore parla del suo primo romanzo. Un sogno che si avvera, un progetto che però è stato oscurato dalle notizie - strumentalizzate - sulla sua vita privata

«Se fossi un giovane cantautore parteciperei a X Factor, a The Voice, a qualsiasi programma musicale». Tiziano Ferro non ha dubbi: la selezione non la fanno i programmi televisivi, non la fa una sconfitta, non la fanno i social. Sei solo tu, con il tuo fuoco, il vero artefice del tuo destino. «Avrei fatto meno fatica: non avrei avuto problemi a mostrarmi in sovrappeso e non avrei perso dieci anni per paura di non essere accettato, perché oggi si è molto più aperti a sdoganare alcuni stereotipi che in passato mi hanno frenato, come il peso appunto. Ho anche pensato al brano con cui mi sarei presentato oggi a The Voice America: “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno».

 

Tiziano Ferro parla di musica, ma soprattutto del suo primo romanzo, intitolato “La felicità al principio” e pubblicato lo scorso 3 ottobre da Mondadori, a cui sta continuando a lavorare per l’adattamento cinematografico. Scritto in trenta giorni, mentre Tiziano soffriva di insonnia e aspettava sua figlia Margherita, è la storia di Angelo Galassi, un uomo che si finge morto per fuggire alla sua vita e che dovrà ugualmente fare i conti con altre complicazioni: come Sophia, una bambina che non parla.

 

Ci sono molte similitudini tra lui e Tiziano, anche se non è un’autobiografia, come molti pensavano. A volte però le storie non sono le nostre nel dettaglio, eppure nell’universale ci riguardano. Ed è per questo che il cantautore ha parlato in modo molto libero della salute mentale, delle dipendenze, scavando negli abusi, come quelli di alcol, cibo, medicinali. Il 9 novembre ha condiviso sui social un grande traguardo: sette anni dall’ultimo bicchiere. «Ho incontrato tante persone durante il mio percorso con gli alcolisti anonimi e molti trovavano in questa presenza una spinta. Ho preso una posizione per chi mi voleva ascoltare. Decidere di migliorare non è solo il primo passo, ma un grande obiettivo».

 

A differenza di tanti autori che presentano il loro libro in tour, Tiziano non ha potuto incontrare i suoi lettori e per questo ha scelto di essere sincero annunciando la sua separazione dal marito Victor Allen e dunque l’impossibilità di tornare in Italia per non lasciare i bambini in California. «Sognavo questo momento da quando ero piccolo, da venti anni: il mio romanzo. Da ragazzino ho scritto “Notizia è l’anagramma del mio nome” e senza farlo apposta ho trasformato una cosa bella e serena, come quella del libro, in un’altra notizia». Tiziano Ferro è indiscutibilmente una star internazionale. Tuttavia, il suo talento non l’ha messo al riparo da attacchi che sono arrivati anche da una certa stampa italiana, che ha stravolto e stropicciato la sua verità speculando sulla sua separazione e coinvolgendo i suoi bambini in notizie mai confermate.

 

«Non mi interessa non essere amato, ma non per qualcosa che non ho fatto o che non sono. Questo è frustrante. Inevitabilmente so che ciò che dirò potrà essere contestato e potrà essere utilizzato per dire altro, come esprimere sentimenti di odio che nulla hanno a che fare con la verità. Ci fai l’abitudine, anche se non smetti di soffrire. Avrei solo voluto parlare del libro, non pensavo che una separazione che avviene tutti i giorni potesse provocare qualcosa di così assurdo a favore di messaggi di omofobia. Questo non è giornalismo: sono bugie».