Un drone sorvola una pianura di ulivi. Che ci fa? L’idea è venuta Diana Zagarella, giovane ingegnere aeronautico, partendo dalla necessità di aiutare il padre nella gestione dell’uliveto di famiglia in Calabria.
A completa maturazione le olive scosse dai venti autunnali cadono a terra sulle reti e quindi vengono raccolte. Perché non sfruttare una nuova tecnologia per produrre la stessa forza del vento? Per svolgere questa funzione viene progettato Olivair, un drone elettrico a quattro eliche dal diametro di due metri e mezzo l’una, in grado di generare una movimentazione dell’aria che fa cadere le olive a perfetta maturazione. La proposta è stata accolta dal professor Umberto Iemma del dipartimento di ingegneria aereonautica dell’Università di Roma Tre. Da qui l’inserimento all’interno dell’incubatore d’imprese Dock3 della Regione Lazio e la nascita di una start-up con Dario Maroccu e Alberto Zagarella. I vantaggi rispetto all’uso dello scuotitore meccanico sono diversi: le piante non vengono danneggiate - il braccio meccanico del trattore spesso “scorteccia” gli ulivi compromettendo le annate successive – e la raccolta può essere realizzata anche in zone scoscese e lasciate in abbandono a causa della pendenza e della difficoltà a trovare e retribuire manodopera.
Stress idrici e salini connessi ai cambiamenti climatici incidono sempre di più sulla produzione, soprattutto nell’oliveto super intensivo, e recuperare le diversità di cultivar delle zone collinari e impervie aiuterebbe la qualità e quantità dei raccolti. I test confermano che il vento prodotto da un’elica è in grado di far cadere una buona quantità di olive.
Ora si cercano fondi per realizzare il prototipo, ma le richieste per provare il drone sono solo poco più di 200 in tutta Italia. Intanto si stanno già organizzando corsi di pilotaggio droni negli istituti tecnici superiori. Cambiate il vostro immaginario, l’olivicoltore del futuro guarderà il cielo con un radiocomando in mano.