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Serena Bortone, i nostri adorati anni Ottanta
"A te vicino così dolce" è un verso che la giornalista prende in prestito a Saffo per ripercorrere il febbrile, vertiginoso tempo dell'adolescenza. E raccontare una storia di amicizia e di transizione
Quando Olga Tokarczuk, raffinata maestra di nostalgia, tenne il discorso per il conferimento del Nobel, il 7 dicembre 2019, confessò il suo rapporto con le vecchie fotografie e il legame speciale con le cose (il testo, “Un tenero narratore”, è pubblicato da Bompiani). Raccontò all’Accademia svedese una favola di Hans Christian Andersen su una teiera gettata via: «Non appena le si è rotto il manico si sono liberati di lei. Se le persone non fossero così esigenti avrebbero potuto usarla ancora. Gli oggetti rotti raccontano storie epiche della loro piccola vita».
Torna in mente la scrittrice polacca nel leggere le pagine conclusive di “A te vicino così dolce”, verso rubato a Saffo per il romanzo d’esordio narrativo della giornalista Serena Bortone (Rizzoli): «Da bambina credevo che le cose, gli oggetti avessero un’anima e che soffrissero il momento in cui venivano messe da parte. Ancora oggi, se rompo una tazza, quando apro lo sportello della cucina per gettare i cocci avverto la loro flebile vocetta che mi implora di risparmiarli. Poi chiudo l’anta e provo a cancellare il senso di colpa». Ed è in quell’epilogo il perché di una storia che ha premuto negli anni: l’ossessione di prendersi cura. Di riparare con delicatezza, ricucire incomprensioni. E, col gesto prezioso del kintsugi, fare giustizia.
Roma, anni Ottanta, due amiche in simbiosi, Serena e Vittoria, 16 e 17 anni. E quel gorgo turbolento di contraddizioni e possibilità che è l’adolescenza, quando è solo lo sguardo altrui a contare e a definirti, quando insieme si è invincibili, ma strappi e delusioni atroci sono sempre a un passo («Soffrivamo da artisti» fa dire Henri-Pierre Roché a Catherine in “Jules e Jim”). In un tempo di crescita, scoperta del proprio corpo e della propria identità, senza ombra di Internet e di social. Romanzo specchio di una precisa generazione e insieme storia universale sulla necessità di non giudicare gli altri, di accogliere i chiaroscuri, di proteggere il cuore da incuria e disamore. E di concedere, a noi stessi e agli altri, di baciare come più ci va.
A TE VICINO COSÌ DOLCE
Serena Bortone
Rizzoli, pp. 295, € 18,50