Una fondazione che dovrebbe ?assistere gli anziani, molto vicina alla dirigenza della squadra rossonera, cede appartamenti di lusso a prezzi di favore. Beneficiari: ?i campioni rossoneri del 2011 tra cui Abate, Ibrahimovic e Jankulovski. Ora la procura apre un’indagine

Ibrahimovic e Adriano Galliani al momento della presentazione al MIlan
La fondazione Opera Pia Castiglioni Onlus di Milano è un ente di assistenza e beneficenza. Per statuto è chiamata ad assistere persone bisognose, soprattutto anziani in difficoltà. Le sue finalità caritatevoli sono definite in modo chiaro nell’oggetto sociale depositato alla camera di commercio. Resta invece ignoto il motivo che ha spinto questa fondazione, che riceve finanziamenti anche a fondo perduto dalla Regione Lombardia, a concludere affari con alcuni dei campioni che hanno regalato al Milan di Silvio Berlusconi il suo ultimo scudetto, come Ignazio Abate, Zlatan Ibrahimovic e Marek Jankulovski. Stelle del calcio che hanno acquistato immobili a prezzi vantaggiosi in un palazzo signorile di proprietà dell’ente, in via Legnano 10, nel pieno centro di Milano, con vista sul Castello Sforzesco e sul parco Sempione.

Sul caso indaga la procura di Milano. L’inchiesta, rimasta finora riservata, nasce da un esposto di Enrico De Alessandri, il dirigente regionale (ex direttore del centro emoderivati della Lombardia) che negli anni dell’ex governatore Roberto Formigoni, per avere scritto un saggio sullo strapotere di Comunione e liberazione, fu indebitamente sospeso dal proprio incarico con un provvedimento dichiarato illegittimo dai giudici di primo e secondo grado. De Alessandri ha abitato in affitto per ventotto anni con la propria famiglia al quarto piano del palazzo di via Legnano 10. Ma nel 2015 ha dovuto sloggiare (sfratto per finita locazione) dopo che il suo appartamento era stato venduto a 390 mila euro. A lui invece era stato offerto a più del doppio.

Il “ragazzo terribile”, soprannome che si è guadagnato con le sue battaglie di legalità in Regione, riassume la vicenda in una lettera che “l’Espresso” si è procurato, inviata nell’aprile scorso alla consigliera regionale Silvana Carcano e al senatore Vito Crimi, del Movimento Cinque Stelle: «Come iscritto del M5S vi informo che, nel giugno 2015, ho presentato una denuncia alla procura di Milano contro la Fondazione Opera Pia Castiglioni». Senza entrare nei dettagli dell’esposto, De Alessandri ne riassume l’oggetto: «Vendite di appartamenti effettuate dal presidente della Fondazione a calciatori di fama mondiale, nonché a personalità e a parenti di personalità legate alla squadra del Milan». Il tutto «a prezzo più che dimezzato rispetto al valore di mercato».

“L’Espresso” ha ricostruito l’intera storia attraverso testimonianze, documenti, visure societarie e catastali.
Il caso nasce nel 2011, quando la Fondazione Castiglioni avverte i propri inquilini di aver deliberato la dismissione a trattativa privata del palazzo di via Legnano 10 (tranne l’ottavo piano) ad Archimede srl, che si riserva di nominare gli acquirenti dei singoli appartamenti all’atto della compravendita. La società Archimede, domiciliata a Seregno, ha un amministratore unico, l’avvocato Eduardo Mariani, che è anche il legale dell’ex calciatore Kakhaber Kaladze, e un socio unico, Spafid, la fiduciaria di Mediobanca, che opera per conto di un soggetto che non vuole apparire.

Nel 2013 Archimede viene cancellata dal registro delle imprese e al suo posto è costituita una nuova srl, con identico nome e codice fiscale della vecchia, ma sede a Milano. Questa nuova Archimede ha per amministratore unico Manuel Bonzano, ex calciatore e appassionato di cavalli, e per socio unico l’Immobiliare Colombano, interamente posseduta dalla società Bussola, che a sua volta fa capo a Bonzano e a sua moglie, Clementina Cossetti. Proveniente da una famiglia di produttori di vini nell’Astigiano, Clementina ha una sorella, Stefania, che ha sposato l’ex patron di Risanamento Luigi Zunino, del quale Bonzano è stato amministratore.

La vecchia Archimede è però soltanto una comparsa che esce subito di scena. Al suo posto entrano in campo i veri protagonisti: da una parte, il presidente della Fondazione, Michele Franceschina, che firma tutti gli atti di vendita; dall’altra, come acquirenti, soggetti legati a vario titolo al Milan e in affari con la coppia Bonzano-Cossetti. «Una procedura legittima tra privati», commenta Sebastian Crucitti, avvocato civilista di De Alessandri, «ma non per una fondazione che persegue fini di utilità sociale senza scopo di lucro ed è iscritta nel registro delle persone giuridiche private», vigilate dalla Regione.

Sono rivelatori gli intrecci societari tra questi acquirenti. Erminio Del Signore, nato in Venezuela, è un immobiliarista molto vicino all’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. Fa il mediatore e tratta per i calciatori l’acquisto di case. Del Signore, in particolare, è socio di Bonzano nella Nikos (costruzione, compravendita e affitto di immobili) insieme a un altro ex campione rossonero, il brasiliano Kakà. E attraverso la Detho srl partecipa a un’altra società che ha lo stesso oggetto, chiamata Verdi, nel cui atto costitutivo figurano come azionisti lo stesso Bonzano e il campione del mondo Andrea Pirlo, altro ex milanista. Oggi Bonzano non è più nella Verdi. In compenso c’è la suocera, Maria Emma Vigna, madre di Clementina Cossetti. Ciascuna di queste persone trarrà consistenti vantaggi dall’acquisto degli appartamenti della Fondazione, direttamente o tramite familiari. Con buona pace del decreto legislativo 460 del 1997, che per le onlus (enti con un particolare regime civile e fiscale) «dispone una serie di vincoli per l’utilizzo del patrimonio», precisa l’avvocato Paola Patruno, la penalista che assiste il dirigente autore dell’esposto.

Le visure mostrano che Del Signore sigla il primo affare il 6 ottobre 2011 con l’acquisto dell’intero primo piano di via Legnano 10: un appartamento di 100 metri quadrati e un altro di 150, pagati in tutto 955mila euro. Sottolinea Giuseppe Francone, in una perizia giurata di parte, che in quel periodo l’Agenzia delle entrate indicava - per abitazioni signorili in ottimo stato nella fascia centrale del parco Sempione - valori compresi tra ottomila e 11.500 euro al metro quadrato. A conti fatti, Del Signore compra alla metà del minimo: quattromila euro al metro quadrato. L’intero sesto piano e l’intero settimo piano, composti da appartamenti dello stesso taglio, vengono invece venduti, nel novembre 2011, rispettivamente a 1,3 e a 1,5 milioni.

Altra anomalia: appena qualche settimana dopo l’acquisto, Del Signore fraziona i due appartamenti in quattro di due locali ciascuno e li rivende tutti, incassando un milione 818 mila euro: il doppio di quanto li ha pagati. Uno degli appartamenti frazionati viene acquistato a 400 mila euro dal portiere del Milan Christian Abbiati, al quale è tuttora intestato.

L’altro colpaccio Del Signore lo mette a segno attraverso la moglie, Fiorenza Sala, che il 16 dicembre 2011 rileva dalla Fondazione per 390 mila euro, cioè a 2.600 euro al metro quadrato, i quattro locali più cucina e servizi in cui abita la famiglia De Alessandri. L’appartamento al quinto piano, identico per metratura e stato di conservazione, viene invece venduto a 900mila euro. Ancora una volta, i conti non tornano.

I calciatori Ibrahimovic e Jankulovski rilevano il secondo piano, formato da quattro unità abitative, ognuna di due locali più servizi. È sempre Franceschina, come presidente, a firmare gli atti di vendita. Due di questi appartamenti li compera Ibrahimovic, il 25 ottobre 2011, per complessivi 450 mila euro. Gli altri due, di metratura più ampia, li prende Jankulovski un mese e mezzo dopo, per un totale di 650 mila euro. Anche questi prezzi sono distanti da quelli indicati dall’Agenzia delle Entrate.

Un altro appartamento di due locali al quinto piano è venduto a 300mila euro, il 6 ottobre, a Eduardo Mariani, il legale rappresentante di Archimede srl. Che dopo appena sei giorni lo cede a 580mila euro. Il valore è raddoppiato in meno di una settimana.

Ignazio Abate, difensore del Milan dal 2009, strappa a 4.500 euro al metro quadrato l’appartamento al quarto piano. Cento metri quadrati di fronte al Castello Sforzesco pagati 450 mila euro. Ma il vero affarone lo fa Clementina Cossetti, che per un appartamento al terzo piano grande quanto quello di Abate spende appena 200 mila euro. La Cossetti lo acquista il 16 dicembre 2011 e nel gennaio 2014 lo rivende allo stesso prezzo alla madre, Maria Emma Vigna: la suocera di Manuel Bonzano.

Sia Abate, sia Jankulovski, sia Ibrahimovic (che nel 2012 acquista per altri 300 mila euro anche un negozio di due locali al piano terra) sono ancora oggi proprietari degli immobili, dove non risulta che abbiano mai abitato. Il loro è solo un fortunato investimento? Ed è solo una coincidenza che si concretizzi pochi mesi dopo l’ultimo scudetto del Milan?

Un ufficio che ha sede nel cortile di via Legnano 10, in un corpo a sé (due locali più terrazzo al piano terra e uno più servizi nell’interrato) se lo aggiudicano il 25 ottobre 2011 due donne, M.L. e A.M., a 150 mila euro. La stranezza è che nell’atto, sottoscritto dall’immancabile Franceschina, il valore dichiarato al fisco è di 370mila euro. Più del doppio della somma che risulta pagata.

L’inchiesta della procura, chiamata a rispondere a tutti questi interrogativi, potrebbe chiudersi già nelle prossime settimane. Gli atti sono ancora segreti. Il pm Giovanni Polizzi, che indaga con la Guardia di Finanza, è lo stesso magistrato che ha incriminato per corruzione il politico e imprenditore di residenze per anziani Mario Mantovani, ex senatore di Forza Italia e vicepresidente nonché assessore alla Sanità della giunta Maroni fino all’arresto, nell’ottobre 2015. Tornato in libertà, ora Mantovani è sotto processo, ma è sempre consigliere regionale.

L’ordinanza d’arresto documenta il suo forte ascendente su Franceschina. Mantovani trattava la fondazione e il suo presidente come proprie creature. L’ex senatore ha da vent’anni un rapporto di ferro con Berlusconi. Nel 2014 arriva a proporre al Cavaliere, tramite Franceschina, la possibilità di scontare, dopo la condanna per frode fiscale, il periodo di affidamento ai servizi sociali proprio alla fondazione Castiglioni.

Affari a parte, l’indagine della procura dovrà risolvere anche un giallo: nell’esposto iniziale, De Alessandri denuncia di aver ricevuto minacce di morte. A confermarlo è l’avvocato Patruno: «Quando il mio assistito ha capito che la situazione non era pulita e ha dichiarato di voler andare a fondo, la persona che aveva di fronte gli ha detto, davanti a testimoni, che se si fosse azzardato gli avrebbe mandato “quattro romeni per farlo ammazzare”». In seguito a questo episodio, l’unità di medicina del lavoro dell’ospedale San Paolo di Milano ha «vivamente consigliato» a De Alessandri «un periodo di riposo da trascorrere in un luogo lontano dalla possibilità di reiterazione del fatto».

Le eventuali responsabilità giudiziarie sono ancora tutte da accertare, ma la storia di via Legnano già infiamma il clima politico in Lombardia. «La Regione dovrebbe chiedere un risarcimento alla Fondazione, che ha ricevuto oltre un milione di euro per il 2006-2007, quasi tutti a fondo perduto», tuona Silvana Carcano. «Che una onlus svenda lussuosi appartamenti a calciatori multimilionari, non consentendo di realizzare gli utili da destinare ai propri scopi sociali, è un fatto di estrema gravità».

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