In esclusiva le nuove carte sull’accordo petrolifero trattato a Mosca dal leghista Gianluca Savoini per finanziare la campagna elettorale del partito di Matteo Salvini

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L’Espresso ha scoperto nuovi documenti sull’accordo petrolifero trattato a Mosca dal leghista Gianluca Savoini per finanziare la campagna elettorale della Lega. Nelle carte compare la stessa società del gruppo Eni che è sotto inchiesta a Milano per altre corruzioni: la procura indaga su tangenti pagate per salvare i vertici dell'azienda statale.


LA LETTERA DI MERANDA A SAVOINI
In questo documento l’avvocato Gianluca Meranda, che ha partecipato all’incontro del 18 ottobre 2018 a Mosca, ringrazia il leghista Savoini, a nome della banca Euro-Ib, per avergli passato una nota negativa della Gazprom: il colosso russo vuole garanzie sul compratore finale della maxi-fornitura di carburante. Risposta di Meranda, anticipata a Savoini: «Euro-Ib compra per vendere all’Eni». L’avvocato allega un documento di conferma firmato da un manager dell’Eni a Londra, che accredita Euro-Ib come partner d’affari del gruppo statale italiano.
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LE REFERENZE DELL'ENI PER EURO-IB
Nel documento 2, il manager Alessandro Des Dorides, a nome della società Eni Trading & Shipping, la centrale acquisti del gruppo a Londra, conferma in via «strettamente confidenziale» che il colosso petrolifero italiano «ha trattato in numerose occasioni» con la banca inglese Euro-Ib, che «ha condotto i suoi affari con noi in maniera professionale e affidabile». Si tratta della stessa banca del Russiagate targato Lega.
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IL DECRETO DEI PM DI MILANO
Nel documento 3, la Procura di Milano ordina di perquisire case e uffici dei manager dell’Eni indagati per una grave corruzione giudiziaria. Secondo l’accusa, la società Eni Trading & Shipping avrebbe versato 25 milioni alla compagnia petrolifera Napag Italia per far arrivare tangenti a un avvocato arrestato, Pietro Amara, presunto socio occulto, per comprare il suo silenzio ed «evitare il coinvolgimento dei vertici Eni». Il decreto riguarda la stessa società dell’Eni, con base a Londra, che ha accreditato Euro-Ib, la banca al centro dell’affare tra russi e leghisti.
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