Una riforma radicale voluta da Bergoglio e Parolin per togliere potere agli ordini responsabili della malagestione. E mettere alla porta il duo Kamel Ghribi-Angelino Alfano che puntava al Fatebenefratelli

Per Papa Francesco, quello in corso è stato un anno sicuramente complesso. Oltre allo scandalo Becciu, ha dovuto subire a luglio l’operazione chirurgica per una diverticolite. La sua opera di riforma della Chiesa prosegue contando su pochi uomini fidati, mentre i settori della Curia che resistono al cambio di passo diffondono “fake news” sul suo stato di salute o su una sua volontà di dimettersi, cui si aggiungono strampalate teorie complottistiche.


Ma Bergoglio è deciso a dimostrare che la riforma della Chiesa è irreversibile. Per mettere il sigillo sulle voci di dismissioni nel comparto sanitario del Vaticano, lo scorso 11 luglio, ha usato l’Angelus dal balcone della sua stanza al Policlinico Gemelli: «Nella Chiesa succede a volte», ha detto Bergoglio, «che qualche istituzione sanitaria, per una non buona gestione, non va bene economicamente e il primo pensiero è venderla. La tua vocazione, Chiesa, non è avere quattrini, ma fare il servizio: salvare l’istituzione gratuita».


In poche parole ha così accompagnato di fatto alla porta il duo Kamel Ghribi-Angelino Alfano con le mire espansionistiche sull’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e sulla Casa Sollievo della Sofferenza in Puglia. Ha mandato anche un messaggio agli ordini religiosi e ai loro commercialisti che sistematicamente provano a vendere al miglior offerente mura e servizi sanitari. E ha spronato la macchina vaticana a trovare soluzioni idonee alla dottrina “dell’ospedale da campo” del proprio pontificato. Per Casa Sollievo della Sofferenza, la diplomazia vaticana capitanata dal cardinale Pietro Parolin ha trovato un accordo con la Regione Puglia per salvare il nosocomio di Padre Pio.

 

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È un argine importante alle speculazioni e alle infiltrazioni predatorie determinate dalla cattiva gestione amministrativa che aveva prodotto una voragine nei conti della Fondazione, caratterizzati da voci di spesa poco trasparenti, assunzioni a valanga e tentativi di infiltrazioni mafiose che sono al vaglio degli inquirenti. Una soluzione ponte voluta da Parolin per salvaguardare posti di lavoro e togliere dal mercato un centro ospedaliero importante per tutto il Mezzogiorno, ma comunque una soluzione emergenziale che non sarà applicata anche per il Fatebenefratelli.

 

Sull’antico ospedale che sorge sull’Isola Tiberina, la culla di tanti romani, si è deciso di procedere a un trust inedito che coinvolgerà per il risanamento e il rilancio enti no-profit che determineranno una governance improntata sull’incremento dei servizi di eccellenza, una messa in sicurezza del personale a cui progressivamente sarà normalizzata la situazione amministrativa. Il modello sarà il capofila di un nuovo modo di gestire i beni sanitari.


Sta per essere ufficializzata la creazione di una commissione nella Segreteria di Stato che avrà il compito di coordinare il processo di riforma della sanità vaticana, agendo sulle aree di crisi aziendali. L’intenzione è quella di centralizzare la gestione dei crediti economici che le aziende vantano nei confronti dello Stato e creare un registro di società certificate per l’acquisto dei crediti sanitari, per evitare il ripetersi di episodi del recente passato in cui gli stessi predatori dell’Obolo di San Pietro hanno creato voragini rilevando e non pagando per intero i crediti sanitari.

 

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La commissione si occuperà anche di stendere un censimento delle strutture sanitarie gestite dagli ordini religiosi, che, come nel caso del Fatebenefratelli, hanno trattato operazioni di vendita e di natura speculativa senza confrontarsi con la Santa Sede. Per Papa Francesco, i beni in possesso dei vari enti religiosi non sono proprietà privata, ma sono in tutto e per tutto beni integrali della Chiesa e come tali vanno gestiti secondo i valori economici e finanziari comuni. Su questo spirito sarà orientata la commissione che vedrà protagonisti esperti internazionali di gestione sanitaria, finanza etica e gestione amministrativa.

 

Una cabina di regia che collaborerà con gli Enti Locali dove si trovano i nosocomi e il Governo italiano che col Pnrr ha deciso di investire in modo ingente sulla sanità ospedaliera e sulle cure domiciliari. Proprio sulla diversificazione dell’offerta si baserà l’idea di sanità vaticana che punta così, come avviene per il sociale, all’offerta territoriale a chilometro zero, settore in cui invece la sanità pubblica italiana durante l’emergenza Covid-19 ha mostrato tutti i suoi limiti storici. Bergoglio e Parolin vogliono una sanità meno clericale e più manageriale perché, così come avvenuto nei settori economici, la scarsa preparazione del clero e dei religiosi in materia economica e gestionale ha aperto la porta agli speculatori e ai truffatori.


Insomma, fuori i mercanti dal tempio e dentro le migliori professionalità. La Chiesa di Francesco non si può più permettere gli errori del passato e non li vuole più permettere.