Il circolo dem nella cittadina toscana ha rischiato di essere chiuso perché moroso nei confronti della fondazione che ne gestisce gli immobili. Un cortocircuito sempre più problematico per Elly Schlein

Elly Schlein è impegnata in varie riunioni. Il suo ufficio stampa è desolato ma – assicura – «non si riesce a trovare spazio per un’intervista». Nicola Zingaretti, che da pochissimi giorni è capo della neonata Fondazione nazionale del Pd, non sa di cosa si stia parlando: «Di questa vicenda non me ne sono mai occupato». È Michele Fina, ex Ds, oggi tesoriere nazionale del Partito a mettere in chiaro la linea: «Dare una grande mano dal punto di vista economico ai territori. Certo, oggi le fonti di finanziamento della politica sono poche per i partiti territoriali: le rimesse degli eletti (cioè i parlamentari danno una quota del loro stipendio a livello regionale, ndr) e il tesseramento». 

 

Quindi bisogna: «Essere diligenti. Che ci siano situazioni debitorie ci dispiace. Ma c’è l’autonomia dei territori, ognuno deve avere la responsabilità di quello che fa». Ma proprio restando nel campo delle responsabilità, le colpe politiche si ereditano e si scontano. Lo racconta a L’Espresso Oreste Sabatino, 29 anni, avvocato e segretario provinciale del Pd di Pisa, eletto dopo il lungo periodo di commissariamento guidato da Valeria Valente. «Abbiamo rischiato lo sfratto. Con le Fondazioni un equilibrio bisogna trovarlo», dice Sabatino. 

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21-11-2023

La sede è quella di via dei Fratti nella città della Torre dove il centrodestra resta saldo al potere: «Siamo sotto contratto con la fondazione Primavera srl Immobiliare che gestisce tutto il patrimonio avuto da acquisti, donazioni o altri investimenti fatti da Pci, Pds e Ds. Nel 2007, nonostante la nascita del Pd, il patrimonio rimane a capo di questa società immobiliare». Sabatino arriva subito al cuore della questione: «L’immobile ha avuto una gestione politica: nel consiglio di amministrazione c’erano persone che nei Ds avevano ricoperto ruoli dirigenziali a livello provinciale. Quando sono entrato in carica come segretario era il 12 dicembre 2021, tra gli incontri preliminari con l’allora tesoriere del Pd, Corrado Guidi, si disse che lo stato di salute delle finanze del partito non era dei migliori, non c’erano i soldi insomma, ma, anche se non ufficialmente, Primavera srl faceva parte del Pd, potevamo permetterci dunque di non pagare i conti». 

 

Nel frattempo il segretario provinciale si rimbocca le maniche: ricostruisce tutte le posizioni pendenti, cerca di dare respiro al bilancio. Verso gennaio però arrivano otto raccomandate da uno studio legale: «Chiedevano di adempiere all’obbligazione contrattuale, il canone di affitto sia per la federazione che per altri circoli, alcuni di Pisa città altri della provincia, un’intimazione allo sfratto. A cavallo con le primarie e le elezioni amministrative». Un rischio scampato soltanto grazie al segretario provinciale che avvia una trattativa con Primavera srl, stipula un nuovo contratto di locazione («Quello vecchio era ancora intestato ai Ds») e riesce a stralciare il debito grazie a una politica di tagli, recupero dei versamenti sugli eletti locali, tesseramento, rivisitazione contrattuale di tutte le forniture. «Oggi la federazione non ha debiti verso gli esterni ma il Pd nazionale non ci ha dato una mano. Avevo accennato, all’epoca a Walter Verini, che avremmo trattenuto la quota del tesseramento. Ancora oggi non ho detto nulla al neotesoriere Michele Fina. Se mi manderà una lettera darò delucidazioni. C’è stata una gestione per così dire allegra di questi rapporti tra fondazioni e sedi. Va bene che il nazionale ci lasci autonomia, però un minimo di chiarezza bisogna farla».