Innovazione
18 dicembre, 2025Go Galileo, Go Ariane 6. Il mantra che riecheggiava nello Spazioporto Europeo di Kourou ha portato fortuna all’ultimo lancio del 2025: un successo tecnico e simbolico, volto a rilanciare la strategia europea di autonomia e sovranità nello Spazio
C’è un pezzo d’Europa al di là dell’Oceano Atlantico: è da lì che i satelliti ESA vengono lanciati nello Spazio. L’ultimo countdown “europeo” del 2025 è avvenuto ieri notte (17 dicembre), alle 2.01 locali – siamo in Guinea Francese, in piena Amazzonia – circa le 6 del mattino a Roma.
Un lancio che segue di soli 15 giorni quello di VegaC VV28, ma tocca ad Ariane 6 chiudere l’anno in bellezza. Si tratta del lanciatore “pesante” dell’Agenzia Spaziale Europea - alla sua quarta missione del 2025 - che la scorsa notte ha portato in orbita due satelliti Galileo, Sat33 e Sat34.
Per capirci meglio, stiamo parlando della costellazione che è dedicata alla navigazione. Proprio quella che “dialoga” con i nostri assistenti virtuali, che ci permettono di evitare il traffico, di orientarci in città e luoghi sconosciuti – e che hanno mandato in pensione l’antico Tutto Città” - e di calcolare i percorsi noti in maniera precisa. Una larga fetta dei nostri spostamenti quotidiani dipende da Galileo, questa costellazione di 34 satelliti, molti dei quali lanciati da Kourou.
Il lancio
Assistere ad un’operazione di lancio spaziale è una di quelle esperienze da fare, prima o poi nella vita. Il clima festoso che circonda l’evento è cadenzato dalla precisione spontanea dei sistemi rodati alla perfezione: nello spazioporto europeo – che si trova a Kourou - il team di ESA è una macchina perfetta. Per l’anno prossimo si prevede di raddoppiare il numero di lanci di Ariane 6 – il razzo più grande che porta nello spazio i carichi più pesanti – che dai quattro del 2024 diventeranno otto nel 2026, e di confermare i tre lanci di VegaC, il vettore “più piccolo” che noi italiani consociamo molto bene, perché è realizzato dall’Italiana Avio a Colleferro.
L’ultimo lancio del 2025 – dicevamo un Ariane 6 con due satelliti Galileo a bordo - è stato programmato per le ore 02.01 del 17 dicembre, ma solo alle 20 della sera precedente è stata data conferma: le condizioni meteo sono favorevoli, il vento dell’Amazzonia è di solito uno dei problemi da considerare, ma oggi no, è tutto confermato.
Toucan
Per assistere al lancio ci si reca alla base di Toucan, a soli 7 km dalla rampa di lancio. Il conto alla rovescia uno se lo immagina in tanti modi, ma quando poi arriva ci si ritrova a guardare la luce dei motori accesi, lontana ma chiara, che diventa un boato luminoso al momento del decollo. Ariane 6 è partita on time, illuminando il cielo nuvoloso di Kourou come una grande palla di fuoco spinta verso l’alto. La missione in totale è durata 3 ore, come da programma: dopo il liftoff, la partenza dalla rampa di lancio, i razzi esterni si sono staccati dalla struttura ben oltre la linea di Karman che a 100 km sul mare segna l’inizio dello Spazio e la fine dell’atmosfera terrestre. L’accensione dei motori dell’upper stage, la parte superiore del razzo che contiene i satelliti, è avvenuta 7 minuti dopo il lancio, e il suo viaggio è durato circa tre ore prima di consegnare i due satelliti Galileo all’orbita media. Quando il segnale dei satelliti attivi è stato ricevuto dal centro di controllo a Terra, e c’è stata poi l’apertura dei pannelli solari e l’avvio del viaggio dei satelliti nello Spazio, la sala Juppiter del centro spaziale è esplosa in un applauso. Bravi tutti, davvero.
Galileo
“A bordo dei satelliti Galileo abbiamo tecnologie differenti” Andrea Cotellessa Head of Galileo Space Segment - ESA, a margine del lancio, racconta all’Espresso i dettagli tecnologici della costellazione europea dedicata alla navigazione. “La precisione è estremamente importante e noi abbiamo a bordo uno di questi orologi atomici che è prodotto da Leonardo” e che a livello globale è considerato il più preciso fra quelli che volano nelle missioni spaziali di questo tipo. “Una tecnologia importante, gestita dall'Italia e da una ditta italiana, ed è il cuore delle prestazioni di questo sistema Galileo, e che lo rende più accurato al mondo”. Cotellessa ci spiega inoltre che Galileo è fondamentale per la navigazione, ma non solo: “Internet, pensiamo alle transazioni bancarie, hanno bisogno di essere sincronizzate e avere un riferimento molto preciso. Questo è fondamentale perché si basano su scarti a volte anche di pochi millisecondi. Quindi il tempo è anche un elemento importante di questi sistemi GMS, che non forniscono quindi solo la posizione o aiutano a navigare, ma danno anche un riferimento temporale importante”.
La costellazione
Galileo è oggi utilizzato quotidianamente da oltre 4 miliardi di persone in tutto il mondo. È una tecnologia essenziale per settori chiave come il trasporto ferroviario e marittimo, l’agricoltura di precisione, la gestione delle reti energetiche e le operazioni di ricerca e soccorso.
Tutti gli smartphone venduti nel mercato unico europeo devono essere compatibili con Galileo, a conferma del suo ruolo centrale nella vita quotidiana dei cittadini e nello sviluppo economico del continente. 34 satelliti in totale - gli ultimi due sono stati lanciati proprio nelle scorse ore, satelliti di supporto posizionati in orbita media. L’obiettivo è rafforzare il sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) dell’Unione europea, oggi considerato il più preciso al mondo.
Sovranità
“Si è trattato del 14° lancio di satelliti operativi per il programma europeo di navigazione satellitare, che rafforza la resilienza e l'autonomia dell'Europa nello Spazio”. Tony Tolker Nielsen, direttore delllo Space Transportation di Esa, racconta a L’Espresso l’importanza della missione spaziale VA266 di Ariane 6 e la forza strategica che riveste per il posizionamento autonomo in tema di lanci spaziali.
L’Europa sta facendo i conti con una scacchiera geopolitica sempre più “dinamica” e non sempre favorevole, e punta quindi all’autonomia spaziale, anche e soprattutto in tema di lanciatori. Lo dimostra il budget della Ministeriale di Norimberga dello scorso novembre che, sottolinea Nielsen, “ha assegnato ben 4.7 miliardi ai lanci”. Nielsen entra nel dettaglio: “Per anni c’è stato un monopolio, in tema di lanci spaziali. Ma abbiamo deciso di cambiare paradigma, introducendo una vera concorrenza all’interno del settore”. Come? “Sostenendo lo sviluppo dei piccoli lanciatori – si tratta di Vega C, per essere chiari – e l’obiettivo è che, un giorno, possano competere anche con Ariane 6. Il problema non è mai stato il veicolo in sé, ma il modello industriale di Ariane, che non risultava sufficientemente competitivo”.
È così che intendiamo rafforzare la competitività del trasporto spaziale europeo, dice ancora Nielsen: “attraverso una competizione interna, tutta europea, ma allo stesso tempo, è fondamentale che tutti gli utenti istituzionali utilizzino lanciatori europei”. E a questo fine sono stati definiti dei criteri chiari, dice Nielsen, “su cosa significhi ‘lanciatore europeo’: una quota maggioritaria di contenuti industriali europei e l’assenza di controllo da parte di aziende extraeuropee”. E lo stesso principio vale in generale: è la concorrenza a rendere un sistema davvero competitivo.
La missione VA266 non è stata quindi solo un successo tecnico, ma anche un segnale politico forte: l’Europa intende continuare a investire in navigazione, accesso autonomo allo spazio e tecnologie strategiche, consolidando il proprio ruolo nello scenario globale.
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