Siete fra quelli che aspettano con ansia i primi di settembre per conoscere le meraviglie del nuovo iPhone? O piuttosto avete scelto il nuovo smartphone seguendo i suggerimenti del Mobile World Congress di Barcellona? Il dato certo è che in Italia uno smartphone su tre viene sostituito quando è ancora funzionante. Eppure la durata media degli smartphone è passata da 2,4 anni nel 2013 a 3,7 anni nel 2022, secondo il recente studio "Planned Obsolescence and Smartphone Replacement", sull’obsolescenza programmata dei device tecnologici in Italia, pubblicato dalla Bocconi realizzato da Nicoletta Corrocher e Sara Paganuzzi.
La ricerca rivela che la causa principale non è solo tecnologica, ma anche psicologica: il desiderio di possedere l'ultimo modello e le strategie di marketing delle aziende incentivano la sostituzione anticipata dei dispositivi. “Le aziende hanno strategie diverse” racconta a L’Espresso Nicoletta Corrocher, autrice della ricerca, che chiarisce: “Apple ha sempre fatto uscire sul mercato pochi prodotti, per dare valore intrinseco elevato al singolo prodotto, creando un forte storytelling intorno al prodotto. Samsung e altri fanno uscire più modelli, puntando su funzionalità ed eterogeneità, in generale le imprese differenziano i modelli per raggiungere diverse nicchie di mercato”.
Desiderio di novità o strategia delle aziende?
C’è poi il fenomeno dell’obsolescenza programmata, ovvero il fatto che i device tecnologici siano “progettati” con una durata già definita, e breve.
L’obsolescenza può essere materiale, e si riferisce all'uso di materiali fragili, come il vetro per la scocca posteriore, che rendono i dispositivi più vulnerabili ai danni fisici. Può trattarsi di obsolescenza funzionale, che riguarda l'interruzione degli aggiornamenti software per i modelli più vecchi, limitandone le funzionalità e spingendo gli utenti a cambiarli.
Ad esempio WhatsApp ha annunciato che dal 5 maggio 2025 la sua app ufficiale smetterà di funzionare su alcuni modelli di iPhone più datati, tra cui iPhone 5s e iPhone 6. C’è poi quella che potremmo definire “obsolescenza psicologica” che è propria degli individui, ed è alimentata dal desiderio di novità, a volte indotto dal marketing aggressivo delle aziende,
che porta i consumatori a considerare datati i dispositivi che sono però perfettamente funzionanti. Infine c’è l'obsolescenza economica, che si verifica quando il costo delle riparazioni è eccessivo, tanto che l’acquisto di un nuovo dispositivo risulta più conveniente della riparazione di quello in uso.
L'impatto economico e ambientale
L'obsolescenza programmata ha conseguenze di vario genere: economiche per i consumatori, ma anche ambientali. Lo studio della Bocconi chiarisce che la produzione degli smartphone ha la maggiore “impronta ecologica” a causa delle emissioni di CO2 elevate e un uso intensivo di risorse critiche.
Allungare la vita degli smartphone potrebbe quindi avere conseguenze positive anche sull’ambiente: stando ai dati della ricerca. Nel Regno Unito, ad esempio, il 41% degli utenti utilizza il proprio smartphone fino a quattro anni, segno di un cambiamento di abitudini.
Cresce il mercato dell'usato e il desiderio di maggiore durabilità
Un segnale positivo emerge dal mercato degli smartphone ricondizionati: sempre più italiani scelgono dispositivi di seconda mano, spinti dalla consapevolezza ambientale e dalla necessità di risparmio. “C’è qualche timido segnale di presa di coscienza dei consumatori” spiega ancora Nicoletta Corrocher: “che è economica ma anche ambientale. Il trend secondo me più interessante è l’esplosione dei negozi online che vendono smartphone usati, che spesso sono usati molto poco perché il tasso di rimpiazzo è alto”.
La crescente domanda di prodotti più durevoli e riparabili sta spingendo le aziende a rivedere le proprie strategie, con alcuni brand che stanno adottando politiche di riparabilità più accessibili. La tendenza a rallentare la sostituzione dei dispositivi indica un cambiamento culturale che potrebbe avere conseguenze significative sul mercato della telefonia mobile.
La normativa UE per contrastare l’obsolescenza programmata
A partire da giugno 2024, l’Unione Europea introdurrà nuove regole per contrastare l’obsolescenza programmata e favorire la sostenibilità nel settore degli smartphone. Il Regolamento (UE) 2023/1670 introduce misure stringenti per garantire una maggiore durata dei dispositivi e ridurre i rifiuti elettronici.
I produttori saranno obbligati a fornire pezzi di ricambio e manuali di riparazione per almeno 7 anni dopo il lancio di un modello. Inoltre, dovranno garantire aggiornamenti di sicurezza per 5 anni e aggiornamenti di sistema operativo per almeno 3 anni, assicurando che gli update non riducano volutamente le prestazioni del dispositivo. Tra le novità più rilevanti, c’è anche l’obbligo di batterie facilmente sostituibili, senza necessità di strumenti specializzati o assistenza tecnica, favorendo così la riparabilità degli smartphone.
Le nuove normative impongono anche standard minimi per la durata della batteria, che dovrà mantenere almeno l’80% della capacità dopo 500 cicli di ricarica. Inoltre, entro la fine del 2024, tutti i dispositivi mobili dovranno adottare l’USB-C come standard unico per la ricarica, eliminando la frammentazione dei caricabatterie e riducendo i rifiuti elettronici.
Chi non rispetterà queste regole potrà subire sanzioni economiche e restrizioni alla vendita nel mercato europeo. Gli Stati membri saranno responsabili della sorveglianza e dell’applicazione delle norme.
Un cambio di paradigma necessario
Il futuro degli smartphone dipende dalle scelte di consumatori e produttori. Da un lato, una maggiore consapevolezza ambientale sta portando a un allungamento del ciclo di vita dei dispositivi. Dall'altro, le aziende sono chiamate a ripensare i loro modelli di business, passando da una logica di consumo lineare a una circolare, in cui la riparabilità e la durata dei prodotti siano prioritari. L'obsolescenza programmata non è solo una questione tecnologica, ma un fenomeno sociale ed economico che necessita di interventi concreti da parte delle istituzioni e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori. Con le nuove normative europee, il settore degli smartphone è destinato a cambiare profondamente, aprendo la strada a dispositivi più durevoli e a un modello di consumo più sostenibile.