L'eredità umana e tecnologica di Papa Francesco, il primo pontefice "TED speaker"

Ecologista, innovatore spirituale e tecnologico. Si fa fatica a definire un pontefice che ha saputo permeare con i suoi messaggi tutti gli ambiti del vivere. L’Espresso lo ricorda anche con i TED Talk e le parole di Bruno Giussani, che ha curato gli speach del primo pontefice "TED speaker"

Il Papa che è venuto "quasi dalla fine del mondo" ha lasciato un grande vuoto nel cuore di quanti, credenti ma non solo, hanno amato la sua forza di uomo semplice che ha saputo farsi dono per tutti. Fra le grandi eredità che Papa Bergoglio ha lasciato a tutti e fra i numerosi primati di quest’uomo che ha sempre guardato al futuro, c’è anche la partecipazione al TED - Technology, Entertainment, Design - l’evento dedicato all’innovazione nato nel 1984 in America e vocato alla condivisione di Ideas whort spreading, le idee che meritano di essere condivise. 
Sul palco del TED si sono avvicendati presidenti, grandi del mondo, scienziati, ma mai era accaduto che un Papa fosse TED Speaker. Almeno finché Papa Francesco non ha accettato l’invito a partecipare all’edizione 2017, dal tema “The Future You”.

"Il Papa ha detto sì"

“Dal primo contatto alla presentazione del talk è passato un anno e mezzo” racconta a L’Espresso Bruno Giussani, che è stato curator di TED Global fino al 2024 ed è l’unico europeo nel team TED.  “Quando stavamo discutendo per il primo talk con i suoi collaboratori, un mattino ho ricevuto un sms che diceva, semplicemente: ‘il Papa ha detto sì’. Da lì sarebbe cominciato il lavoro vero di preparazione del talk”. A chi non sarebbe piaciuto ospitare il Papa ad un proprio evento, ma per tutti era sempre stato un sogno irrealizzabile. “L’idea è nata dalle posizioni del Papa, dal fatto che aveva cominciato a pubblicare encicliche che erano compatibili con le cose che facevamo al TED”, racconta Giussani “l’enciclica sul clima, le prese di posizione molto politiche del Pontefice”, così l’idea di invitare il Papa al TED si è fatta concreta. “Sapevamo che sarebbe stata molto difficile e che non sarebbe mai venuto alla Conferenza, con lui si spostano centinaia di persone, per il Papa viaggiare per un Paese altro dall’Italia e dal Vaticano significa fare un viaggio ufficiale, incontrare autorità locali, celebrare messa per comunità la cattolica locale, quindi era impensabile che il Papa potesse venire alla conferenza in Canada”. Ma restava l’opzione del talk in video

The Future You

“Mi è piaciuto molto il titolo, the Future You” comincia così il talk di Papa Francesco “perché mentre guarda al domani invita già da oggi al dialogo. Il futuro è fatto di te, è fatto cioè di incontri perché la vita scorre attraverso la relazione”. Il talk continua con una grande, semplice, testimonianza: “Parecchi anni di vita mi hanno fatto maturare sempre più la convinzione che l’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri, la vita non è tempo che passa ma tempo di incontri”. Incontrando e ascoltando ammalati che soffrono, migranti che affrontano tremende difficoltà in cerca di un futuro migliore, carcerati che portano l’inferno nel proprio cuore, persone specialmente giovani che non hanno lavoro, raccontava Bergoglio “mi accompagna spesso una domanda: perché loro e non io. Anche io sono nato in una famiglia di migranti, mio papà, i miei nonni come tanti altri italiani sono partiti per l’Argentina e hanno conosciuto la sorte di chi resta senza nulla. Anche io avrei potuto essere fra gli scartati di oggi, perciò nel mio cuore rimane sempre quella domanda, perché loro e non io?”. Una grande lezione di umiltà, che si sublima nel valore del sostegno reciproco “Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che nessuno di noi è un’isola, un io autonomo e indipendente dagli altri, che possiamo costruire il futuro solo insieme, senza escludere nessuno, spesso non ci pensiamo ma tutto è collegato e abbiamo bisogno di risanare i nostri collegamenti”. Il Papa aveva deciso di fare il suo intervento in Italiano. E quella versione ha raggiunto 4.040.272  visualizzazioni. “Esiste anche una versione doppiata in inglese, e la voce che fu scelta è proprio quella di Bruno Giussani.

La vita è fatta di incontri


“La mia esperienza diretta di Francesco è quella del grande privilegio che mi è stato concesso di curare i suoi due TEDTalks” ci racconta Bruno Giussani.  Il primo nel 2017, il secondo nel 2020 per l’evento inaugurale di TEDCountdown”, una campagna globale lanciata da TED, che mirava a trovare soluzioni per la crisi climatica, trasformando idee in azioni concrete in piena pandemia Covid. “Il lancio del TEDCountdown era previsto con una grande conferenza in Norvegia, ma fu poi organizzata con un lancio online, un evento di 5 ore” e fra questi anche il secondo TEDTalk di Papa Bergoglio. “I due discorsi coprono molti dei temi centrali del suo pontificato” continua Giussani, “le devastazioni causate dal nostro sistema economico estrattivo, il discorso politico sempre più settario e pieno di odio, l'urgenza di affrontare il cambiamento climatico, l'aumento della disuguaglianza sociale ed economica, gli impatti profondi della tecnologia, la diffusa sensazione di impotenza che molti provano - e un forte messaggio di speranza”. Il ricordo di Giussani si chiude con un momento delicato, quello di un invito speciale:  “Una volta sono stato invitato, insieme a una ventina di altre persone, a partecipare alla Messa che celebrava ogni giorno all'alba nella cappella privata di Santa Marta”, la residenza in cui Papa Bergoglio aveva scelto di vivere. “Quando ci siamo visti dopo la celebrazione” ricorda Giussani “il suo calore e la sua arguzia erano in bella mostra. Fra le altre cose, mi disse che mi aveva visto annuire durante alcuni passaggi della sua omelia. Infatti, gli ho risposto: aveva ripreso alcuni temi del suo primo TEDtalk. S’è messo a ridere, stringendomi il braccio con complicità”.

 

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