Il mondo si divide in due: quelli che ringraziano ChatGpt e quelli che mentono. Ma questo ha un costo. Parola di Sam Altman

La gentilezza ha un prezzo: ringraziare l’Ia costa anche all’ambiente

C’era una volta Sam Altman, il creatore di ChatGpt, che ha candidamente ammesso che le formule di cortesia con l’Ia costano circa “tens of millions of dollars well spent. You never know” dieci milioni di dollari ben spesi, che non si sa mai. Altman fa il vago e l’ironico, ma parliamo di un costo notevole, in termini economici, energetici ed ambientali. Perché ciascuna parola - che compone l’interazione con un modello avanzato come Gpt-4 - si traduce in costi operativi elevati e consumi energetici non trascurabili. 

Il prezzo della cortesia digitale

Cosa ci spinge ad essere ‘gentili’ con l’Ia? EduBirdie ha realizzato uno studio, svelando che la più educata è proprio la GenZ, che nel 71% dei casi ha ringraziato almeno una volta un’intelligenza artificiale. Dalla ricerca emerge che il 25% degli utenti crede che l’Ia sia già cosciente, mentre oltre la metà è convinta che lo diventerà in futuro. Lo scambio che avviene in chat probabilmente induce l’utente a pensare che, dall’altra parte, ci sia una mente senziente. Di fatto il 16% dei giovani tratta ChatGpt come un terapeuta, il 26% come un amico, il 9% come un medico e il 6% come un partner romantico. E’ forse per questo che il ‘grazie’ o ‘per favore’ assume un significato più profondo della semplice buona educazione. 

Blandire per migliorare 

C’è anche un’altra spiegazione, più pragmatica: ci sono utenti convinti che un prompt ‘educato’ determini risposte di miglior qualità. Non è quindi solo una questione di stile: secondo alcune ricerche i modelli Ia tendono a performare meglio con richieste che includono tono cortese e chiarezza di intenti. Vai a vedere che essere gentili con ChatGPT non sia solo ‘una coccola per algoritmi’ ma potrebbe addirittura migliorare la qualità dell’interazione e dei risultati ottenuti. 

Ma quanto mi costi?

Quanto ci costa davvero l'intelligenza artificiale? Non solo in termini economici, ma anche ambientali. Con l’introduzione di modelli sempre più sofisticati, come GPT-4.1 e oltre, aumentano anche i rischi di allucinazioni - risposte sbagliate o inventate - che richiedono più risorse per il controllo della qualità. La trasparenza sui costi e la sostenibilità energetica diventano temi cruciali. 

Rude, dude

Dovremmo quindi smettere di ‘ringraziare’ ChatGpt? Forse dovremmo farlo con più consapevolezza. Ogni interazione con l’Ia ha un impatto, anche quando sembra solo un piccolo atto di cortesia. Come suggerisce Altman, magari quel ‘grazie’ potrebbe tornare utile, un giorno, in uno scenario in cui la gentilezza con l’intelligenza artificiale non sarà solo una buona abitudine... ma un salvavita.

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