Alle 16.30 di oggi - 7 maggio - nella Cappella Sistina si svolgerà la prima votazione per l’elezione del nuovo Papa e già per le 19 è attesa la fumata, (nera, in caso di esito negativo della prima consultazione). La locuzione latina cum clave ci ricorda che i cardinali elettori saranno metaforicamente chiusi a chiave per quello che è uno dei riti più solenni e segreti della Chiesa cattolica. Ma in un’epoca dominata dalle tecnologie, la tradizione scende a patti con le nuove sfide che possano garantire ai cardinali di vivere questo momento extra omnes, chiudendo il mondo fuori dalle mura della Cappella Sistina. “Percorsi blindati, spazi chiusi da sigilli, cellulari lasciati a Casa Santa Marta, giuramenti di segretezza” si legge sul sito Vatican News, che racconta nel dettaglio i preparativi del Conclave.
La sfida invisibile
La Santa Sede ha già subito attacchi informatici in passato ed è consapevole che oggi è in atto una sfida tecnologica. Garantire la riservatezza del Conclave significa affrontare una guerra invisibile. Ed è proprio sul campo della cybersecurity che la Santa Sede ha deciso di intervenire con forza e innovazione. Tutti i dispositivi elettronici – telefoni, tablet, computer e anche i microfoni – saranno ritirati prima dell’ingresso dei cardinali. Finestre oscurate con pellicole schermanti anti drone. Anche la residenza che ospita i cardinali, Santa Marta, ha subito il processo di bonifica ambientale per individuare eventuali microspie o strumenti di intercettazione. Il rischio che anche un singolo dato venga trasmesso all’esterno è considerato inaccettabile – pena la scomunica per i soggetti che fossero colti in flagranza di reato – ed è per questo che ogni superficie viene ispezionata, ogni accesso controllato.
C'è tutto un mondo intorno
I pericoli sono quelli legati alla presenza di dispositivi che potrebbero entrare nel Conclave. “Sono vietati ma viene anche fatto un controllo, se dovesse sfuggire qualcosa, uno smartwatch per esempio” ci fa notare Anna Vaccarelli, presidente del Clusit, l’associazione italiana di Sicurezza informatic e già dirigente tecnologo dell'Istituto di informatica e telematica del Cnr. “Intorno ai Cardinali ci sono tanti attori, dai cuochi ai camerieri o chi fa le pulizie, tutti ugualmente vincolati a non connettersi all’esterno”. Sempre il sito VaticanNews racconta infatti che “il personale che aiuterà durante il Conclave, tra officiali, addetti ai lavori, infermieri, cuochi, confessori – presenti anche alcune donne - tutti hanno prestato giuramento nella Cappella Paolina”. E L’esperta immagina uno scenario di fantasia: “Supponiamo che il cardinale esca dal Conclave e faccia dei commenti su come si è svolta la giornata, e chi è lì anche a fare il suo lavoro, tipo appunto gli addetti alle pulizie, ascoltino loro malgrado. Ecco quello potrebbe essere il famoso insider degli attacchi dall’interno” ed è per questo che il vincolo delle comunicazioni verso l’esterno vale per tutti, non solo i porporati.
La parola all'esperta
Per quello che riguarda invece la possibilità di attacchi informatici al Vaticano, la presidente del Clusit individua due livelli di interesse, da parte di eventuali cyber terroristi: “La volontà di accedere a comunicazioni riservate che possono avvenire sulla rete del Vaticano, ma anche la possibilità di un attacco dimostrativo. Ci potrebbe essere quindi - ma qui ovviamente facciamo solo delle ipotesi – l’attacco tipico dell’attivista, dimostrativo, l’hacker che vorrebbe dimostrare quanto è bravo, oppure un attacco mirato ad intercettare comunicazioni che potrebbero contenere informazioni. Non dimentichiamo che ora il Vaticano è un obiettivo sensibile, è sotto gli occhi di tutti, il livello di guardia si alza molto”. Anche i corpi militari, che siano guardie svizzere o i corpi armati italiani che danno supporto “sono tutti schierati”, anche dal punto di vista fisico e non solo informatico. “C’è un livello di allerta più alto. Dobbiamo immaginare tutta una macchina che si muove per garantire la sicurezza ad ogni livello, e c’è la parte cyber che si attrezza di conseguenza, nella stessa scia, e alza i livelli di allerta”.
Sicurezza elettronica
L’apparato di difesa elettronica messo in atto per il Conclave utilizza i jammer, dispositivi che disturbano le frequenze radio, emettendo segnali della stessa frequenza di quelli utilizzati dai cellulari, creando quindi delle interferenze che impediscono il contatto con le antenne di trasmissione. Quindi se anche un microfono o un dispositivo dovesse essere introdotto clandestinamente nella cappella Sistina sarebbe inutilizzabile. Parliamo quindi di un’area morta per le onde radio che impedisce trasmissioni in entrata o in uscita. Questo potrebbe portare qualche difficoltà anche per i cittadini dell’area attigua a Città del Vaticano, che probabilmente sarà interamente schermata. Anche le comunicazioni ufficiali tra i dicasteri e le autorità ecclesiastiche sono criptate con sistemi di cifratura avanzata. I server responsabili della gestione dei dati sensibili sono fisicamente isolati, custoditi nella Biblioteca Apostolica Vaticana, al riparo da qualunque accesso esterno. Un’ulteriore rete radio riservata, protetta da crittografia militare, è stata predisposta per eventuali emergenze.
E non sarebbe la prima volta
Il rafforzamento della cybersicurezza vaticana nasce anche da esperienze recenti. Gli attacchi più cruenti degli scorsi anni sono stati probabilmente quelli del 2022 e del 2024, quando il sito web Vatican.va fu preso di mira dagli hacker come protesta per i pronunciamenti del Papa sulla guerra in Ucraina e la visita della first lady ucraina Olena Zelenska. Gruppi di attivisti sospettati di legami con la Russia rivendicarono gli attacchi, e la Santa Sede si affidò ad aziende specializzate in cybersecurity - la britannica Cip e l’israeliana Radure - per aggiornare i propri protocolli. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale italiana fornisce supporto in termini di intelligence e intervento operativo. Un’alleanza globale a difesa della spiritualità cattolica in versione 4.0. Ma resta immutata l’attesa di quel momento in cui tutti gli sguardi si volgeranno verso l’alto, in attesa di vedere lo sbuffo di fumo che potrebbe silenziosamente annunciare al mondo: Habemus Papam.