'Noi, ragazzi dello zoo di Roma': le reazioni della politica all'inchiesta dell'Espresso

La denuncia del nostro giornale sui minori che vivono accampati vicino a Termini, finiti anche preda dei pedofili, e le dichiarazioni del mondo politico. Da Sandra Zampa, Pd, vicepresidente della commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, secondo la quale "nessun paese civile può accettare cose simili" a Giuseppe Brescia (M5S) secondo il quale "si perde tempo prezioso"

Cosa dice la politica dell'inchiesta di copertina dell’Espresso in edicola, che racconta la vita di decine di immigrati minorenni, bambini o poco più, che vivono accampati nelle aree attorno alla stazione Termini, la stazione principale di Roma, dedicata a Giovanni Paolo II, e che per sopravvivere finiscono nelle maglie della criminalità e della prostituzione? Sono ragazzi soli, minori arrivati in Italia non accompagnati e poi scomparsi, quelli di Termini, e sono un caso non raro in Italia.

E infatti, se il prefetto di Roma Franco Gabrielli promette «sorveglianza continua», «sono quasi seimila ad esser spariti nell’ultimo anno», conferma all’Espresso
 Sandra Zampa, vicepresidente della commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.

Zampa è indignata: «La documentata e drammatica denuncia delle condizioni di vita dei minori stranieri non accompagnati che oggi L'Espresso consegna alle istituzioni e all'opinione pubblica», dice la deputata Pd, «non può essere accolta dall'indifferenza e dal silenzio. Nessun paese civile, nessuno, mai, può accettare che sul proprio territorio accadano cose come quelle descritte nel servizio sulla stazione Termini».

Zampa conosce bene il tema che l’inchiesta restituisce in una storia scioccante. E' infatti autrice del disegno di legge che vorrebbe riorganizzare il sistema di accoglienza in Italia. E si dice ovviamente convinta che lo sblocco della sua legge, «che ha ottenuto sostegno di pressoché tutte le forze politiche del parlamento», «porrebbe certamente un argine al dramma di bambini e ragazzi che per lo stato di povertà e di abbandono in cui sono nati e cresciuti possono davvero essere annoverati tra gli ultimi». 
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Noi, i ragazzi dello zoo di Roma
17/2/2016

Zampa si chiede però cosa si attende per «riprendere in mano il testo della legge che, già approvato dalle commissioni competenti, si era arenato alla commissione bilancio a causa della relazione tecnica del Mef». «Se non c'è un segnale chiaro», continua con l’Espresso, «non usciremo da quello che sembra proprio un gioco dell’oca: ogni volta risolviamo un problema, troviamo una copertura, esce sempre un’altra ragione per ricominciare da capo». 

 
Ecco perché la deputata chiama in causa l’esecutivo: «Se non si vuole approvare quella legge», si chiede, «quale altra soluzione il governo sta cercando per questo drammatico problema che riguarda troppe giovani vite?».
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Da risolvere sarebbe in particolare il sistema dei tutori, che oggi sono spesso gli stessi sindaci, gli assessori al sociale o qualche funzionario comunale che si ritrova con centinaia di minori di cui sarebbe in teoria responsabile, «solo che», continua Zampa, «in Italia non è mai stato avviato un procedimento contro chi ha la responsabilità della sicurezza di questi minori, procedimento che avrebbe dimostrato - se non bastassero le migliaia di bambini scomparsi - che il sistema non funziona».

Proprio dal governo arriva però la voce di Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia e già presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e identificazione, la commissione sui Cie. «C’è l’impegno del governo ed è anzi avviato», assicura all’Espresso, «anche sulla proposta di Zampa, a partire dal tema del tutore legale, norma evidentemente non utile in caso di un fenome vaso come quello dei minori migranti». 

«Renzi nei suoi recenti interventi», dice Migliore, «non a caso oltre al profilo internazionale ha sottolineato quelli interni: se continuiamo con i centri di accoglienza straordinari gestiti dalle prefetture senza la collaborazione con gli enti locali, o se continuiamo a contare sull’importante impegno di attività volontarie che però hanno ovviamente una minor capacità di controllo, è ovvio che a farne le spese sono per primi i migranti più vulnerabili, i minori come ne caso che raccontate voi, o le donne che si prostituiscono nei pressi dei centri, come nel caso di Mineo».

 
Torna però soprattutto sul lavoro della Commissione, Migliore: «Di casi come quello raccontato dall’Espresso», dice, «nella relazione finale che verrà redatta nelle prossime settimane se ne troveranno, purtroppo, molte. Tra cui il caso del centro di Giarre, chiuso, che era proprio un centro per minori, che avrebbe dovuto accoglierne solo dieci ma dove invece succedeva di tutto». 

Ovviamente più polemico è invece Giuseppe Brescia del Movimento 5 stelle, anche lui nella commissione sui Cie e i Cara «che tanto per cominciare», dice, «proprio perché Migliore è stato nominato sottosegretario è per ora senza presidente, proprio sul più bello, quando ci mancava solo di produrre la relazione dopo le molte ispezioni fatte. E stiamo così perdendo tempo prezioso».

«Il modello che si dovrebbe estendere», continua però Brescia che quindi concorda con Migliore, «è quello degli Sprar, dei piccoli centri capaci di seguire anche i minori». «Pensasse a questo Alfano», conclude però il 5 stelle, «invece di vantarsi delle poche centinaia di ricollocamenti ottenuti in Europa».

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