I media internazionali commentano l'esito della tornata elettorale. Sottolineando la prima battuta d'arresto per il premier e l'avanzata di Lega e Cinque Stelle. Mentre per Berlusconi sembra ormai arrivata la fine

Renzi arranca, Salvini cresce, Berlusconi scompare. Le reazioni della stampa straniera alle elezioni regionali italiane non si sono fatte attendere ed hanno tutte enfatizzato l'arretramento del Partito Democratico, le difficoltà dei berlusconiani e la crescita dei populisti.

Molto critica rispetto ai risultati ottenuti dal centrosinistra è la stampa anglosassone, sulla quale erano già apparsi articoli nei giorni precedenti alle elezioni che definivano le regionali come un banco di prova per i renziani. “Renzi suffers setback” (“Renzi incorre in una battuta d'arresto”) ha titolato questa mattina il Financial Times, che ha sottolineato come la vittoria del Pd in cinque regioni non abbia impedito l'avanzata dei “populisti anti-euro” del Movimento 5 Stelle e dei “populisti anti-immigrati” della Lega Nord.

Critico anche il Wall Street Journal, per il quale la vittoria del Pd è “tight” (stretta), che sottolinea come per Renzi sia ora fondamentale procedere con la sua “ambiziosa agenda di riforme”. In caso non riuscisse, il premier verrebbe facilmente superato dalle crescenti forze anti-establishment, come già accaduto in Spagna con gli antiausterity di Podemos.

Anche la stampa spagnola, memore del recente successo elettorale del movimento di Pablo Iglesias, ha sottolineato come la crescita di Movimento 5 Stelle e Lega Nord potrebbe infastidire il percorso del premier. Secondo El Mundo Renzi è “inciampato” ed i suoi avversari più temibili sono Grillo e Salvini e non Berlusconi, il quale “continua a perdere nonostante si dica soddisfatto per il risultato”. Per El Paìs, invece, la Lega Nord accelera l'agonia di Berlusconi mentre Grillo e Salvini si confermano i due unici possibili oppositori a un Renzi che sta vivendo il suo primo arretramento da quando è premier.

Dalla Francia solo pochi commenti da parte della stampa di sinistra. Le Figaro, che pure aveva seguito la campagna elettorale non si pronuncia, mentre Liberation esprime preoccupazione per la crescita degli “alleati del Front National”, ossia la Lega, che spingono il centrodestra italiano verso posizioni anti-europeiste e xenofobe. Secondo l'analisi fatta da Le Monde, invece, l'insuccesso di Renzi è figlio del boicottaggio orchestrato da alcuni “vecchi comunisti” del Pd che non approvano la svolta liberale del partito e non sostengono il premier nel suo progetto di liberalizzazione del mercato.

Più analitici e meno interpretativi, invece, i resoconti elettorali apparsi sulla stampa tedesca. Der Spiegel non si sbilancia e si limita a sottolineare la bassa affluenza e la poca fiducia degli italiani nella classe politica, mentre per la Sueddeutsche Zeitung i dadi non sono ancora stati tratti, perché le elezioni regionali non sono abbastanza significative per gli italiani, che le hanno vissute “come se fossero una partita di calcio”.

In realtà l'ampio interesse con cui i media stranieri hanno seguito le vicende politiche di questi giorni mostrano come sul piano internazionale le elezioni siano state vissute come decisive per capire quale sarà il futuro dell'Italia. Un futuro che, fino a ieri, molti osservatori stranieri si aspettavano totalmente in mano a Renzi. Oggi, invece, mostrano più cautela. Ciò non significa che Renzi non possa procedere con successo. Ma, con la crescita del Movimento 5 Stelle e della Lega, la strada appare più in salita. Berlusconi, invece, sembra orami considerato al capolinea.

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