Gli Usa continuano l'offensiva contro il gruppo yemenita degli Houthi. Un raid aereo statunitense ha preso di mira un centro di detenzione per migranti a Saada, nel nord-ovest dello Yemen, uccidendo almeno 68 persone. Si tratta della roccaforte dei ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi, che riportano la notizia attraverso i loro media. "Le squadre della protezione civile e della Mezzaluna Rossa stanno continuando i loro sforzi sulla scena del crimine americano", aveva dichiarato il canale televisivo Al-Massirah, dopo il ritrovamento dei primi 30 corpi, citando una dichiarazione del mìinistero degli Interni Houthi che riportava "decine di morti e feriti". Diverse persone, soprattutto di origine africana, sono rimaste intrappolate fra le macerie del centro per migranti.
L'azione militare voluta da Washington è stata una risposta agli attacchi degli Houthi contro la navigazione internazionale nel Mar Rosso. Il gruppo yemenita è infatti considerato una minaccia alla libertà di navigazione e alla sicurezza delle forze statunitensi nella regione. "Dal 15 marzo, le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (Uscentcom) hanno condotto un'intensa e continua campagna contro l'organizzazione terroristica Houthi in Yemen per ripristinare la libertà di navigazione e la deterrenza americana. Queste operazioni sono state eseguite utilizzando un'intelligence dettagliata e completa, garantendo effetti letali contro gli Houthi e riducendo al minimo i rischi per i civili", si legge in una nota del comando centrale degli Stati Uniti, pubblicata il 27 aprile. "Dall'inizio dell'Operazione Rough Rider, l'Uscentcom ha colpito oltre 800 obiettivi. Questi attacchi hanno ucciso centinaia di combattenti e numerosi leader Houthi".