È il fiore all’occhiello del Comune di Milano, quasi quarantamila auto in meno al giorno che entrano nella cerchia dei Bastioni, la cosiddetta “area C”, liberata dal viavai perenne di mezzi privati grazie al ticket da 5 euro.
Traffico diminuito del 30 per cento e risorse destinate a potenziare i mezzi pubblici. Una rivoluzione green portata in giro per il mondo come esempio virtuoso di superamento dell’equazione "mobilità uguale macchina o moto".
Liberati 150 mila metri quadrati di spazi pubblici con la trasformazione in zone pedonali e ciclabili e allo stesso tempo una nuova era di mobilità in condivisione, con 6.700 mezzi tra bici, bici elettriche, auto e scooter a disposizione. Tutto nell’epicentro della zona più inquinata d’Europa, dove ogni anno a causa della cattiva qualità dell'aria si registrano migliaia di decessi e malattie respiratorie.
Il pedaggio di ingresso nella zona rossa della città (introdotto il 16 gennaio 2012) però non piace proprio ai candidati sindaco di Milano. Ed è già scattata la corsa per smantellarlo.
Il più acceso rivale è il candidato in pectore del centrodestra Stefano Parisi, ex city manager, che ha bocciato senza possibilità di appello la “congestion charge”. «Vogliamo riportarla come era con la Moratti. Cioè un Ecopass che non penalizzi i residenti, quindi potrebbero pagare solo le auto più inquinanti e non gli Euro 4 e Euro 5, nell’ottica di una tassa non sul traffico, ma sull’inquinamento. Questa è la direzione verso la quale vogliamo andare» ha spiegato Parisi riesumando la lotta all’inquinamento del sindaco Letizia Moratti, rimasta a Palazzo Marino dal 2006 al 2011.
In pratica il pagamento per entrare nella cerchia dei Bastioni scatterebbe solo per le auto più inquinanti.
Sul tema entra a gamba tesa anche il segretario leghista, Matteo Salvini, milanese doc e a lungo consigliere comunale a Palazzo Marino negli anni Novanta: «Area C sicuramente è una bufala, quindi nessuna estensione. La qualità dell’aria non è assolutamente migliorata, è una tassa comunale, noi vogliamo ridurre le tasse comunali, dall’occupazione di suolo pubblico alla tassa rifiuti. È una tassa che con l’ambiente non c’entra una mazza».
Anche il candidato della sponda di centrosinistra, Beppe Sala, non è un entusiasta: «Se fossi sindaco continuerei a puntare sul rafforzamento del trasporto pubblico, sulle metropolitane, allungando la linea fino a Monza. Mentre non sono al momento d’accordo su un allargamento dell’area C. Meglio insistere sul potenziamento delle metropolitane e lavorare in modo radicale sul riscaldamento».
Tramontato il baluardo della politica sostenibile della giunta arancione, una certa idea di amministrazione portata avanti con forza dal sindaco Giuliano Pisapia:«Il bene pubblico consiste nella lotta allo smog attraverso quella che noi chiamiamo mobilità gentile».
In pratica con circa 30 milioni di euro all’anno in più nelle casse comunali sono state potenziate linee di superficie di tram e bus, più corse della metropolitana (che gode di una linea conclusa da sei mesi, la 5), stazioni di carsharing anche fuori dal centro e poi auto e moto in condivisione per agevolare chi rottama l’auto per sempre.
E si dimenticano gli evidenti risultati: emissioni del pericoloso particolato fine, il Pm10, ridotte del 61 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 (con la precedente “pollution charge” Ecopass attiva) e poi diminuzione di ammoniaca (-71 per cento), ossidi totali di azoto (-43 per cento), biossidi di azoto (-45 per cento), anidride carbonica ( -38 per cento).
L’ala più intransigente di Forza Italia (che ha impugnato la misura antismog con un ricorso al Tar, poi bocciato) e le richieste di Confcommercio (sospensione durante i sei mesi dell’esposizione universale) hanno trovato il loro partner politico.
Satira24.01.2012
Milano in panico: si respira