Automobilisti, poche regole ma confuse. Dall’alcolock all’autovelox è sempre più difficile avere informazioni certe. Cominciamo dal dispositivo che rivela la presenza di alcol nel sangue del guidatore. Si tratta di un etilometro digitale dentro il quale il guidatore dovrà soffiare prima di accendere l’auto: se il dispositivo trova tracce di alcol l’accensione si blocca. Da luglio, l’alcolock diventerà obbligatorio (salvo obiezioni dell’Unione europea) per automobilisti e autotrasportatori trovati con un quantitativo di alcol nel sangue pari a 0,8 gr/l che dovranno utilizzarlo per i due anni successivi alla sospensione della patente, che diventano tre se la concentrazione è di 1,5 gr/l.

Tutto chiaro? Manco per niente. I dubbi e le incertezze sono già tanti. Le prime perplessità arrivano da Federcarrozzieri che denunciano subito il fatto che siccome a scegliere le officine saranno gli stessi produttori non ci sarà libera concorrenza. Problema da risolvere velocemente. Ma non è il solo. Un’altra questione viene dall’Aiped (associazione italiana periti estimatori danni) ed è questa: sul dispositivo c’è un sigillo autodistruttivo per impedire i tentativi di manomissione. Ma cosa succede se il sigillo si danneggia per cause accidentali o a seguito di incidente stradale? Insomma, dicono i periti: “Chi garantisce che un sigillo danneggiato non implichi automaticamente un'accusa di manomissione?”. Infine, come se non bastasse, si arriva alla spesa di installazione, naturalmente a carico dell'automobilista, stimata in circa 2.000 euro, cui va aggiunta quella dei boccagli monouso e dell'eventuale manutenzione. Non proprio alla portata di tutti. Molti, quindi, gli aspetti da rivedere da qui all’estate.
Strada in salita e piena di buche anche per il decreto del ministero dei Trasporti sugli autovelox, destinato a mettere ordine nel caos di multe e ricorsi, sospeso su indicazioni dello stesso ministro Salvini “per necessari ulteriori approfondimenti”.

Il decreto da rivedere stabilisce che, a partire da luglio, gli autovelox approvati dal 2017 in poi - già conformi alle nuove norme di taratura - devono essere considerati automaticamente omologati, senza ulteriori passaggi burocratici. Tutti gli altri, quelli più datati, devono invece essere spenti fino al completamento del processo di omologazione. Ad opporsi a questa norma transitoria ci ha pensato l’Asaps, l’associazione sostenitori e amici della Polizia stradale. Ecco il motivo: “In piena estate e con l'esodo degli italiani per le vacanze, questo provvedimento porterebbe alla disattivazione della stragrande maggioranza degli apparati di controllo velocità, compresi i Tutor 1.0 e 2.0 sulle autostrade, perché approvati prima dell'agosto 2017”. Concludendo che “sarebbe stata una sorta di liberi tutti, considerato come troppo spesso l'alta velocità sia la causa principale degli scontri tra veicoli e delle fuoriuscite autonome". Polemico anche il Codacons, convinto che il caos aumenterà: “Con gli enti locali che continueranno ad usare apparecchi non omologati e gli automobilisti multati ad impugnare le sanzioni elevate dagli autovelox”. Insomma, il ricorso continua e la confusione pure.
