Mobilità
marzo, 2025

Alfa Junior a tutto gas

Trump boccia le politiche green e la casa di Arese esce dalla corsa al solo elettrico. E il nuovo modello offre anche motori a combustione

L’Alfa Romeo cambia marcia e per il momento dice addio al “solo elettrico”. Si tratta però di un dietrofront in qualche modo annunciato già a marzo dello scorso anno, in occasione del lancio della piccola Junior (che al momento si chiamava ancora “Milano”). Era stato proprio Jean-Philippe Imparato, allora ceo della marca e ora a capo dei mercati europei di Stellantis, a presentare le due piattaforme su cui sarebbero nate le prossime Alfa, «in grado di supportare molteplici sistemi di propulsione, scelta presa in precedenza quando tutti puntavano esclusivamente sull’elettrico e che invece ora si sta dimostrando piuttosto efficace».

 

Dunque, già quasi un anno fa, il manager vedeva diverse incertezze sull’immediato futuro dell’alimentazione elettrica. Dubbi e perplessità legati agli esiti di due importanti appuntamenti elettorali: il rinnovo del Parlamento europeo dello scorso giugno e le elezioni americane a novembre. Ma è a stata soprattutto l’elezione del repubblicano Donald Trump a rimettere in discussione la strategia energetica dell’Alfa per l’America. 

 

Visto che le prime dichiarazioni del Tycoon sono state inequivocabili, un vero e proprio abbandono della politica del green deal: «Ogni americano sarà libero di acquistare qualunque tipo di automobile». Parole che hanno fatto scattare il dietrofront dell’Alfa, annunciato dal responsabile regionale del marchio, Chris Feuell. Il manager ha, infatti, cancellato l’obiettivo di vendere solo veicoli elettrici entro il 2027, puntando invece su una strategia multi-energy. Ovvero, offrendo agli automobilisti statunitensi la possibilità di scegliere tra modelli termici, elettrici e ibridi plug-in: «Abbiamo 110 concessionari statunitensi e sarebbe molto difficile per loro sopravvivere con un portafoglio di sole automobili elettriche».

 

Decisione, dunque, quasi obbligata per il marchio italiano che cavalcando il nuovo corso americano imposto da Trump rivede l’intera strategia industriale. Europa compresa, dove il mercato non sta certo premiando la diffusione delle vetture a batterie (in Italia la quota è ferma al 4,2 per cento, 15,4% in Europa). Alla casa di Arese tornano così a parlare di una gamma di motori diversificata e di multienergia per soddisfare al meglio la domanda dei consumatori.

 

La Junior è preferita nella versione ibrida e così gli altri modelli in vendita nel vecchio continente. D’altronde la scelta finale spetta sempre a chi compra: andare contro il mercato non ha mai premiato nessuno.

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