Per vincere una sfida bisogna rischiare, quasi sempre alzare la posta. Ci prova Renault, fresca di un accordo con i cinesi di Geely per una nuova collaborazione strategica in Brasile, e forte degli ottimi risultati dello scorso anno, appena comunicati dal ceo, Luca de Meo (56,2 miliardi di fatturato, +7,2 per cento rispetto al 2023). Una sfida su cui pesano, però, due fattori su tutti: l’incertezza sul futuro dell’auto elettrica e l’impatto delle normative sulle emissioni di CO₂ in Europa. Intanto, la casa francese si gioca la carta dei nuovi modelli che quest’anno saranno ben sette, distribuiti su tutti e quattro i marchi del gruppo. Iniziamo dalle quattro novità a batteria. La più attesa è indubbiamente la Renault 4 E-Tech Electric, presentata al Salone di Parigi dello scorso anno, auto dallo stile “retrò-futurista” che riporta in vita uno dei modelli più amati degli anni Sessanta e Settanta con un mix di novità, richiami e omaggi al modello storico.
Insieme alla R4 arriverà la Alpine A390 (debutto previsto per il 27 maggio), una nuova berlina sportiva (con coda coupé, però) a cinque porte che amplia la proposta elettrica del marchio. Subito dopo arriveranno le microcar Duo/Bento della Mobilize, specializzata in servizi di mobilità, e una nuova Renault di cui non si conoscono ancora i dettagli.
Le altre tre novità, invece, saranno modelli con motori termici e ibridi. Pronta al debutto a marzo c’è la Dacia Bigster, Suv di segmento C (lunga 4,26 metri), da poche settimane ordinabile anche in Italia. Quattro gli allestimenti disponibili e altrettante le motorizzazioni, tutte elettrificate: benzina a trazione anteriore o integrale, bifuel a Gpl e full hybrid. Il listino parte da 24.800 euro. In seguito, arriveranno un altro Suv sempre di segmento C ma con il marchio Renault e un modello più piccolo che «riprende un nome iconico della Renault con un design completamente nuovo».
Bisognerà, invece, attendere fino al 2026 per salire a bordo della nuova e attesissima Twingo, tutta elettrica e sviluppata a tempo di record grazie anche a un modo di progettazione più snello e agile. Che significa, ad esempio, circa il 30 per cento in meno di componenti rispetto alla Renault 5, con evidenti vantaggi produttivi e di costo. Non solo. Sul nuovo modello debutteranno anche le batterie al litio-ferro-fosfato, in grado di ridurre notevolmente i consumi fino a 10 kWh/100 km. Dunque, la strada delle elettriche “possibili e democratiche” è finalmente iniziata. Così promette de Meo. Vedremo se vincerà anche questa sfida.