Una fiction per la tv russa. Prodotta dai servizi segreti di Mosca per esaltare il regime. A un certo punto la scena si sposta a Roma e compare il Cavaliere. Minacciato dai terroristi ma salvato da Putin

Le spie venute dal freddo questa volta hanno una missione molto speciale: devono salvare Berlusconi. E non si tratta di proteggerlo dagli scandali, dalle nipotine di Mubarak o dalle rivelazioni di Wikileaks: no, compito degli eredi del Kgb è impedire che i terroristi islamici uccidano il premier durante il G8. Trama da fiction? Proprio così. Ma di una fiction molto speciale, visto che a produrla sono stati proprio i servizi segreti russi. Che ci hanno messo rubli e idee. Anche sullo schermo la creatura prediletta di Vladimir Putin, quel Fsb che ha fornito i ranghi per la nuova classe dirigente, ha quindi il compito di proteggere il primo ministro italiano. E rafforzare così, grazie a cinema e tv, l'immagine del nuovo zar. Gli 007 moscoviti hanno costruito una trama che parte dalle disfatte di Putin in patria per magnificarne i successi in Italia, battendo gli americani nel soccorso all'amico di Palazzo Chigi. L'operazione mediatica risale al 2004 ma è stata finora ignorata dal pubblico occidentale.


In un mondo ancora sotto choc per l'11 settembre, dall'ex Unione Sovietica erano arrivati due colpi angoscianti: gli ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca e l'assedio alla scuola di Beslan, assalti che provocarono più di 500 morti tra cui 156 bambini massacrati al primo giorno di lezione. Tre mesi dopo la strage degli scolari, l'Fsb manda nelle sale il film studiato per risollevare la propria credibilità. 'Lychnyy Nomer', ovvero 'Conto alla Rovescia', una produzione uscita nel dicembre del 2004 che nella Federazione Russa ha incassato 7 milioni di dollari al botteghino ed è stata vista da milioni di persone. La trama ha la semplicità elementare del tipico blockbuster d'azione con protagonista un oligarca russo modellato sul personaggio di Boris Berezoskij, il tycoon nemico di Putin scappato in Occidente. Il magnate è ovviamente un genio del male, in combutta con una cellula di terroristi arabi e ceceni che progetta un attacco contro il circo di Mosca in stile teatro Dubovka. Ma i cattivi non si accontentano di fare una strage in Russia. vogliono una cassa di risonanza mondiale per diffondere il loro terrore.
br>E quale scelta migliore di Silvio e della Città Eterna? Trasformeranno Roma in 'una città di morti' attaccandola durante il G8. E l'ordine arriva da Osama Bin Laden in persona, che ha come bersaglio il simbolo della cristianità.

Ed ecco che entra in scena Berlusconi. Nel film è interpretato da un Orso Maria Guerini che scorazza con l'auto blu e la scorta per le vie di Roma. Ma carabinieri e polizia, Sismi e Sisde sono inutili perché a vegliare su di lui ci sono gli 007 inviati da Vladimir Putin. Giovani, aitanti, vincenti: le spie ex sovietiche incarnano il potere macho e muscolare del leader russo, che il Cavaliere non ha mai nascosto di ammirare. Saranno loro a salvare Silio e l'Italia tutta grazie a un trionfo di bicipiti, lotte corpo a corpo ed esplosioni. Loro ce la mettono tutta, anche se il risultato non è dei migliori. Nella pellicola ci sono tutti i luoghi comuni della grande amicizia tra il leader russo e quello italiano. E poi c'è lo show che tanto piace a entrambi: inseguimenti in Ferrari tra le ville in Costa Smeralda, sparatorie all'americana, futuristica tecnologia postsovietica capace di salvare Roma stendendo lo scudo, mitico simbolo del Kgb, sulla capitale.

E' difficile credere che le avventure di Silvio&Vlad avrebbero varcato i confini della Madre Russia, se due giornalisti non avessero messo 'Lychnyy Nomer' sotto i riflettori internazionali in un libro che è una miniera di informazioni sui servizi segreti russi: 'The New Nobility (PublicAffairs, 2010). E' uscito negli Stati Uniti, ma è scritto da due coraggiosi reporter moscoviti: Andrei Soldanov e Irina Borogan. E come era ovvio in Russia non è stato digerito: non ha ricevuto nemmeno una riga di recensioni, mentre altrove ha incassato ottimi giudizi, dal 'Financial Times' fino al 'Guardian'.

Il libro spiega come l'Fbs abbia scelto il cinema e la tv per propagandare un'immagine positiva di Putin. E racconta come i produttori di 'Lychnyy Nomer' non abbiano fatto mistero del fatto né del fatto che il film si sia avvalso della consulenza di Vladimir Anisimov, il potente vicedirettore dell'Fbs, né che sia stato girato grazie al supporto tecnico dei servizi segreti.

Ma delle scene che hanno per tema l'Italia cosa si sa? Molto poco, in realtà. "Le ambientazioni italiane sono state girate nel giugno 2004 con l'assistenza della società italiana FilmMaster", racconta Soldatov a L'espresso. E' una delle principali holding italiane che producono pubblicità, cinema, tv con sedi a Roma e a Milano. Filmaster si occupa di tutto: dallo spot dell'Alfa Mito alle fiction per la televisione, a grandi cerimonie come l'apertura delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Ha appena portato a casa un accordo con Cinecittà ed è fra gli azionisti di Dahlia tv, la pay tv del digitale terrestre.

Ma com'è finita FilmMaster dentro una produzione cinematografica di propaganda dell'intelligence russa? "Ha solo fatto da service" ribattono dalla società, spiegando che si sarebbe limitata a fornire servizi di supporto per le scene girate in Italia. Niente di più, assicurano, visto che 'Lychnyy Nomer', è la prima produzione russa con cui collaborano. Il contatto con Mosca è arrivato "grazie alla nostra reputazione. I russi avevano bisogno di un partner affidabile e dopo una prima perlustrazione hanno deciso di affidare il lavoro a noi". Ma basta navigare un po sul sito internet della società per ritracciare una lettera a irma di Silvio Berlusconi scritta su carta intestata della Presidenza del Consiglio. E' il premier che raccomanda la Filmaster al vicepresidente della Federazione Russa, Dmitry NIcholaevich Kozak, affinché la società venga inclusa nel club delle ditte ammesse alle gare d'appalto per le Olimpiadi invernali del 2014 che si svolgeranno a Sochi. La lettera è datata 2 aprile 2009.

E cinque mesi più tardi, ecco che la FilmMaster mette a segno un'altra vittoria nella sua campagna d'Oriente: stavolta sbarca in Ucraina e si aggiudica la cerimonia di inaugurazione del 'Donbass Arena', il mastodontico stadio dello Shakhtar Donetsk, la squadra di calcio del controverso oligarca Rinat Akhmetov, grande sponsor e finanziatore del partito del presidente filorusso Viktor Yanukovych. E soprannominato da quelle parti il Berlusconi dell'Est. A dimostrare che davvero tutte le strade portano a Roma.

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