Mondo
dicembre, 2012

E a San Paolo 1.600 omicidi in sette mesi

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Se a Rio de Janeiro imperversa la speculazione immobiliare, a San Paolo, la megalopoli di oltre dieci milioni di abitanti che è il cuore economico del Brasile, il problema è la criminalità che ha assunto dimensioni da guerra civile. Ci sono stati circa 1.600 omicidi da maggio (15 nella sola notte di sabato 24 novembre), da quando il Pcc, Primeiro Comando da Capital, la potente organizzazione carceraria paulista di cui fanno parte migliaia di detenuti, ha rotto una tregua col governo che durava dal 2006.

I motivi per cui è riesplosa la violenza non si conoscono. Secondo il giurista Walter Maierovitch, presidente dell'Istituto brasiliano Giovanni Falcone ed ex segretario nazionale dell'antodroga, i boss del Pcc, che si trovano in carcere, avrebbero ordinato ai loro uomini, un vero e proprio esercito, di riprendere le ostilità in seguito alle azioni della "Rota", lo speciale reparto della polizia militare che, statistiche alla mano, nell'ultimo anno si è reso responsabile del 25 per cento di uccisioni
in più rispetto al passato. Gruppi di agenti si sarebbero anche organizzati in squadroni della morte per colpire in borghese non sporcando il nome del corpo di appartenenza e uccidere alcuni capi dell'organizzazione dei detenuti. Per tutta risposta negli ultimi sei mesi sono stati ammazzati 92 poliziotti in azioni di rappresaglia. E non è stata risparmiata la popolazione civile.

Sono frequenti esecuzioni sommarie per strada e carneficine nei bar. Il Pcc, riorganizzatosi durante la tregua durata sei anni, è in grado addirittura di imporre il coprifuoco in diversi quartieri. Si teme anche che la vera posta in gioco sia il controllo del traffico di droga e armi sul quale avrebbero messo le mani, come è già successo, alcuni uomini delle forze dell'ordine.

A causa dell'escalation di violenza, il responsabile della sicurezza dello Stato di San Paolo, Antonio Ferreira Pinto, si è dimesso ed è stato sostituito dall'ex procuratore generale Fernando Grella che si è immediatamente schierato con i militari della "Rota". Lo Stato di San Paolo è in mano al Psdb, il principale partito di opposizione al governo di Dilma Rousseff (e prima di Lula). La presidente ha più volte offerto un aiuto del potere centrale che è sempre stato rifiutato in passato e ora accettato solo parzialmente. Nel grande collegio elettorale di San Paolo la Rousseff si gioca gran parte delle possibilità di rielezione nel 2014.

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