E le cinture di Hermès, gli stivali di Chanel, gli occhiali di Dior. La nomenklatura cinese ha scoperto il mondo del fashion e ha abbandonato le giacche di Mao Zedong
15 marzo 2012
In rete l'hanno definita "la settimana della moda di Pechino". E non a caso. Più che a fedeli membri del Partito Comunista in visita a Pechino per partecipare agli incontri di routine che si tengono ogni anno durante una settimana di marzo, i delegati della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (formalmente l'organo legislativo della Cina, praticamente un Parlamento che ratifica decise già prese altrove) assomigliavano a rampolli delle case monarchiche europee invitati a una sfilata.
Non che nessuno si aspettasse di vederli con indosso le giacche alla Mao Zedong ma nemmeno rivestiti da capo a piedi con preziosi abiti firmati: cinture di Hermès, giacche di Armani, stivali di Chanel, occhiali di Dior e poi innumerevoli borse di Burberry, Marc Jacobs e Céline. Ha destato particolare scalpore Li Xiaolin, la figlia di Li Peng, il premier che autorizzò il massacro di Tienanmen nel 1989. Incolmabile il gap tra il suo completo di Emilio Pucci da 2 mila euro e la proposta che il governo detenga una cartella su ogni cittadino per certificarne la moralità.
Il governo ha piena coscienza della rabbia che genera in rete l'esibizione di tanto lusso. Ma visto che è più facile nascondere la realtà anziché modificarla, ha ordinato alla stampa di non menzionare né l'abbigliamento dei delegati, né i pranzi gourmet che sarebbero stati loro serviti "per preservare l'immagine dei rappresentanti".
Non sempre funziona. Soprattutto i giovani "nobili rossi", come vengono chiamati i nipoti dei rivoluzionari di un tempo, figli dell'élite economica e politica di oggi, hanno frequentato il mondo occidentale e ne hanno importato le manie esibizioniste.
Bo Guagua, figlio del potente e vistoso boss di Chongqing, Bo Xilai, uno dei candidati a un posto nel Comitato esecutivo, e nipote del celebre rivoluzionario rosso Bo Yibo, solo qualche giorno prima dell'inizio degli incontri politici aveva scelto la Ferrari per andare a casa di Anne Huntsman, la figlia dell'ambasciatore americano. Educato nei collegi privati inglesi e laureato a Oxford, secondo gli amici la sua ambizione sarebbe quella di diventare il John Kennedy della Cina per essere idolatrato da un miliardo di persone e avere una moglie dal fascino irresistibile come Jackie Kennedy.