Iniza il conto alla rovescia per una delle operazioni più a rischio: il trasferimento di oltre 400 tonnellate di materiale radioattivo
A Fukushima, dove tra mille difficoltà, errori e omissioni migliaia di operai lavorano in condizioni proibitive per uscire, a due anni e mezzo dall’incidente, dall’emergenza e cominciare l’opera di decommissionamento dei reattori, è iniziato il conto alla rovescia per una delle operazioni più a rischio: il trasferimento di 1.300 barre di combustibile spento dalla “piscina” situata sul tetto del reattore 4.
Si tratta di oltre 400 tonnellate di materiale estremamente radioattivo: oltre 14 mila volte la bomba di Hiroshima, anche se nel fornire questi paragoni si incorre sempre negli strali di chi sostiene l’impossibilità di queste comparazione.
Molti esperti sostengono che il minimo errore, in una operazione mai compiuta prima e che dovrebbe durare almeno un anno, potrebbe scatenare un nuovo, ancor più grave, incidente nucleare. Le barre, che si trovano a circa 50 metri dal terreno e sono protette da 7 metri di acqua, debbono essere “catturate” una per una da un braccio meccanico azionato manualmente e trasportate a terra mantenedole sommerse.
Secondo uno studio del World Nuclear Report lo scenario peggiore potrebbe richiedere l’evacuazione di oltre dieci milioni di persone e coinvolgere anche Tokyo. Non è che il primo passo verso il decommissionamento, che allo stato attuale delle previsioni potrebbe durare 40 anni ad un costo di almeno 15 miliardi di dollari.