I Bleus contro l'Inghilterra dopo l'attentato allo stadio. Ci sarà anche Lassana Diarra che ha perso la cugina. Intanto si guarda all'Europeo di giugno. Attesi otto milioni di visitatori. Simulazioni di attacchi chimici negli stadi coinvolti

La Ligue 1 e la Ligue 2 riprenderanno normalmente questa settimana: é stato annunciato stamattina da Thierry Braillard, il segretario di Stato per lo sport che si é recato in visita allo Stade de France insieme al ministro Christiane Taubira e a Patrick Kanner, ministro dello Sport. Dopo che tutte le manifestazioni sportive questo week-end erano state sospese, si era parlato anche della possibilità di non far ripartire subito la serie A e la serie B francesi. Ma Braillard ha dichiarato: “La vita deve riprendere il suo corso. Tutti devono mettersi in testa che la vita continua e penso che oggi bisogna soprattutto rassicurare”.

In questo senso va anche la decisione di far disputare regolarmente l’amichevole tra Francia e Inghilterra prevista questa sera a Wembley. I giocatori francesi sono ovviamente ancora molto sconvolti: la sorella di Antoine Griezman si trovava al Bataclan ma fortunatamente ne é uscita indenne. Lassana Diarra, invece, ha perso la cugina che si trovava in uno dei locali presi di mira dagli attentatori. Non tutti, infatti, erano d’accordo sul fatto di giocare stasera e avrebbero apprezzato almeno di essere consultati in questo senso.

Ieri, comunque, sia il tecnico dei Bleus Didier Deschamps che Hugo Lloris, portiere e capitano della Nazionale francese, in conferenza stampa hanno affermato che giocare é giusto. “All’inizio eravamo dubbiosi – ha dichiarato il giocatore del Tottenham – ma poi ci siamo resi conto che é la decisione giusta”. Conceto rafforzato dal ct francese Didier Deschamps:  “Giocheremo anche per mandare un messaggio forte ai terroristi. E per dire che siamo fieri di essere francesi, é una partita che non può avere soltanto una dimensione sportiva”. Anche Diarra, pur se profondamente addolorato dal suo lutto, ha deciso di restare nel gruppo, scelta che ha colpito i compagni.

Giocare stasera, come giocare a giugno le 51 partite previste per l’Europeo di calcio. L’Uefa ha subito confermato che l’Europeo si gioca in Francia. La questione della sicurezza era già fortemente all’ordine del giorno. Dieci gli stadi che ospiteranno il campionato europeo (Parigi, Saint-Denis, Lilla, Lens, Lione, Bordeaux, Saint-Etienne, Tolosa, Marsiglia e Nizza), otto i milioni di visitatori attesi, un milione i biglietti già venduti, altri che saranno ulteriormente messi a disposizione da qui a fine dicembre. Il livello di guardia in queste competizioni é già altissimo, sempre: dopo Charlie Hebdo era stato alzato ulteriormente il livello di rischio e sarà così anche questa volta.

Conseguenze? Perimetri di sicurezza ampliati, maggiori controlli sui tifosi, aumento del numero dei volontari. La questione è allo studio da mesi e i tragici fatti del week-end scorso hanno messo in evidenza ancora di più l’enorme problema della sicurezza, come afferma Jacques Lambert, ex-prefetto e presidente di Euro 2016 Sas, cioè la società incaricata dell’organizzazione della manifestazione: “Purtroppo siamo passati da un rischio potenziale a un rischio reale. Se per garantire la sicurezza avremo un Europeo meno conviviale, non avremo scelta. La gente deve rientrare a casa sana e salva, questo é l’importante”.

Anche se su alcuni temi specifici si mantiene la massima riservatezza, si sta lavorando su vari fronti: il 12 novembre, proprio un giorno prima i tragici fatti, a Lens per esempio é stata fatta una simulazione (con 800 persone ) di attacco con armi chimiche allo stadio Felix Bollaert mentre pochi giorni prima allo stadio di Bordeaux é stata simulata un’evacuazione con 200 figuranti in seguito a incidenti in tribuna. Tra lo Stato e la Federcalcio francese é stato firmato un accordo che divide compiti e competenze per quello che riguarda la sicurezza. La Federcalcio francese si deve occupare di stadi, campi di allenamento, alberghi delle squadre e dell’Uefa, la sicurezza delle zone intorno invece é a carico dello Stato.