Il caso dei nostri connazionali spariti. Intanto il paese di Erdogan affronta il problema terrorismo dopo la strage di Suruc e la Grecia prova a varare le riforme chieste dalla troika. La nostra rassegna dei fatti internazionali più importanti

La Turchia aumenterà le misure di sicurezza sul confine siriano, per evitare infiltrazioni di cellule jihadiste. Lo ha annunciato il ministro dell’interno, Ahmet Davuto?lu, in una conferenza stampa trasmessa dalla tv nazionale. Dopo l'attentato di Suruc per mano dell'Is, che ha causato almeno 28 morti e un centinaio di feriti, il governo turco si è reso conto che, tra i tanti profughi che attraversano la zona fuggendo dall'avanzata del Califfo, vi si potrebbero nascondere anche degli jihadisti. Il pericolo che questi riescano ad estendere il proprio raggio d'azione terroristico anche in altre parti del territorio turco è concreto, alla luce del rafforzarsi di molti gruppi di islamisti radicali in tutta la Turchia. Il presidente Erdogan è stato molto criticato per non avere fino ad ora sufficientemente represso gli estremisti islamici, ma di avere invece sfruttato l'avanzata del Califfato in funzione anti-siriana, essendo lui un nemico storico del presidente della Siria Bashar al-Assad (Al Jazeera).

Nella vicina Grecia è stata presentata da parte del governo la riforma della giustizia richiesta dalla troika. Il disegno di legge punta a velocizzare la burocrazia e a ridurre le spese legali. I creditori hanno dato tempo al parlamento di Atene fino a domani per approvarlo (Guardian).

In Libia sono stati rapiti quattro cittadini italiani. Si tratta di quattro tecnici che lavorano per l’azienda di costruzioni Bonatti, presumibilmente finiti nella mani di un gruppo vicino alle milizie tribali. Sono stati sequestrati domenica sera vicino alla sede dell'Eni nella zona di Mellitah, a 60 chilometri da Tripoli, non lontano dal confine con la Tunisia. I responsabili potrebbero essere miliziani armati vicini a Jeish al Qabali, l'Esercito delle tribù, ostili a Fajr Libya, la fazione islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello di Tobruk, l'unico riconosciuto a livello internazionale. Le stesse autorità di Tobruk, dopo una riunione sulla vicenda, hanno reso noto di "ignorare al momento quale gruppo ci sia dietro", e hanno condannato il sequestro come "lontano dall'etica dei libici" (Al Jazeera). Secondo il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, il rapimento non sarebbe una ritorsione contro l’Italia per l’impegno nelle trattative di pace in Libia.

Non si fermano i flussi migratori nei balcani. In migliaia stanno arrivando dal medio oriente e dall'Africa, passando da Turchia Grecia e Macedonia, per poi continuare il loro viaggio a piedi verso Serbia e Ungheria. Il governo di quest'ultima ha avviato i lavori di costruzione del muro lungo il proprio confine meridionale, appunto con la Serbia, per bloccare l'ingresso ai migranti. I militari ungheresi hanno iniziato ad edificare la barriera lungo un tracciato di 150 metri nella città di Morahalom, nei pressi della città serba di Subotica, ha reso noto il ministero dell'Interno. 

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