Il gommone sul quale viaggiavano era diretto in Sicilia ma non ha retto il peso delle troppe persone a bordo. E il numero di chi fugge dall'Africa è destinato ad aumentare. Turchia e Stati Uniti, infatti, hanno inizato a bombardare i territori siriani occupati dall'Is, il che potrebbe portare a nuove e consistenti ondate di profughi 

Aumentano le morti nel Mediterraneo. Circa 40 migranti hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane. A riferirlo sono alcuni sopravvissuti, salvati dai soccorsi della nave militare tedesca Schleswig-Holstein, che li ha fatti sbarcare sulle coste siciliane.

Il gommone sul quale viaggiavano è colato a picco di fronte alle coste libiche dalle quali erano salpati. La piccola imbarcazione non è riuscita a contenere il numero troppo alto di passeggeri, circa 120 in tutto, rovesciandosi e causando la morte per annegamento di molti di loro.

Il numero approssimativo dei morti è stato confermato dall'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr), che ha precisato che i migranti sono per la maggior parte subsahariani e provengono da Somalia, Eritrea, Benin e Mali.

La tragedia era annunciata. Solo poche ore prima la polizia europea (Europol) aveva annunciato di non essere in grado di identificare gli scafisti che dalla Libia organizzano il traffico di esseri umani. Nonostante a giugno sia stato aperto a Catania un centro investigativo per smantellare le organizzazioni criminali che organizzano il traffico di esseri umani dalla Libia verso la coste italiane, finora di risultati non ce ne sono stati. Le operazioni di intelligence condotte da Catania, infatti, “non sono sufficienti” a identificare i trafficanti libici.

Sia le forze di intelligence che tentano di fermare i flussi migratori che quelle predisposte al salvataggio e all'accoglienza dei migranti accusano di non essere nelle condizioni di poter agire concretamente per migliorare la situazione nel Mediterraneo. La dedizione dei marinai impegnati in “Mare Nostrum” e “Triton” nel salvataggio di tante vite umane non risulta essere neanche lontanamente sufficiente per fermare le migliaia di morti alle quali ci stiamo tristemente abituando ad assistere.

Il numero di migranti che salperanno nei prossimi giorni è previsto essere in grande aumento, a causa della crescente instabilità in medio oriente. La Turchia ha infatti iniziato a bombardare lo Stato islamico in Siria. Dopo l'uccisione di un poliziotto turco per mano jihadista avvenuta nella notte lungo il confine siriano-turco, il governo di Ankara ha annunciato di avere dato il via libera alla propria aviazione militare perché iniziasse a bombardare i territori in Siria controllati dalle truppe del califfo. Anche il dipartimento della difesa degli Stati Uniti ha annunciato che utilizzerà per i propri raid contro le postazioni dell'Is. L’accordo Usa e Turchia nel bombardare congiuntamente il califfato pone fine a una lunga riluttanza di Erdogan a impegnarsi in prima linea nel contrasto allo Stato islamico.

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