Treno nazista, il giallo dopo l'annuncio del ritrovamento

Una settimana dopo aver divulgato la notizia del ritrovamento del convoglio carico d'oro, le autorità polacche hanno fatto retromarcia e in varie dichiarazioni hanno insinuato il dubbio: forse ci siamo sbagliati

Da decenni, a Walbrzych, una cittadina a Sudest della Polonia, nei terreni che fino al 1945 facevano parte della Germania, girava una leggenda metropolitana: da queste parti, si diceva, è nascosto un treno; un convoglio pieno di tesori rubati dai nazisti.

Il treno sarebbe partito dalla vicina Breslavia, pieno di opere d'arte, d'oro, di metalli e pietre preziosi. Vero? Falso? Il luogo si presta a ogni sorta di supposizioni: tra misteri e fantasmi.

Walbrzych, fino al 1945 si chiamava Waldenburg; non lontano c'è un castello importante, con aura di leggende e dove soggiornò lo stesso Hitler. Nei boschi attorno ci sono tunnel, scavati dai nazisti e linee ferroviarie costruite in fretta, sempre dai nazisti, prima della disfatta e mai più usate e che qualche volta portano da nessuna parte, ossia si fermano davanti a gallerie crollate (fatte saltare in aria, oppure bombardate). E poi ci sono fabbriche in rovina, resti di abitazioni, cave e miniere.

La popolazione che vi abita oggi è discendente dei polacchi espulsi dall'Ucraina alla fine del conflitto mondiale e affluiti qui per sostituire i tedeschi a loro volta deportati verso la Germania. Alla fine degli anni Quaranta, questa zona era una specie di selvaggio Ovest. E anche ora si tratta di uno scenario di rovine e fantasmi; che sembra inventato, come sono inventati i set cinematografici.

Polonia
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E così, una settimana fa, le autorità polacche hanno fatto sapere che sì, il treno d'oro esiste, e anzi è stato localizzato, da due persone che ovviamente preferiscono l'anonimato e a cui spetterebbe una ricompensa pari al 10 per cento del valore del tesoro nascosto.

I mezzi di comunicazione del mondo intero hanno ripreso la notizia; cercatori di tesori e avventurieri sono affluiti nel posto; ed è stato perfino mobilitato l'esercito. Alcune zone sono state dichiarate off limits e c'è stato pure un misterioso incendio in una foresta dove il treno si sarebbe potuto trovare.

Ma ecco, che pochi giorni fa, sempre le autorità polacche hanno fatto retromarcia e in varie dichiarazioni hanno insinuato il dubbio: forse ci siamo sbagliati.

La questione, ovviamente suscita interesse, tanto che se ne è occupato perfino Marek Belka, il compassato governatore della Banca centrale (un istituto tra i più seri del pianeta terra, e i cui capi di solito dimostrano una riservatezza degna dei colleghi svizzeri). Belka senza perifrasi ha definito la notizia come una “bufala” (in polacco, “kaczka”, ossia “anatra”; ogni lingua ha il suo animale prediletto per questo tipo di cose).

Nello stesso tempo, Malgorzata Omilanowska, ministra della Cultura polacca ha dichiarato che l'esistenza o meno del treno d'oro è “un atto di fede”, un po' come credere o non credere alla resurrezione di Gesù; mentre qualche giorno fa, le stesse autorità locali di Walbrzych, in una conferenza stampa ammettevano, che forse il convoglio non sarebbe mai stato rintracciato. Per carità, hanno detto, forse il treno esiste ed è qui, ma trovarlo non sarà facilissimo, come si pensava.

E infine, uno storico, assai conosciuto in Polonia, Boguslaw Woloszanski, ha voluto rimarcare quanto tutta la vicenda abbia un aspetto mitico e leggendario: compresa la versione per cui sul treno ci sarebbero state 300 tonnellate d'oro, una quantità inimmaginabile e appunto fiabesca del prezioso metallo.

Ed è proprio l'aspetto fiabesco, la cosa più intrigante e tutta ancora da raccontare di questa storia.

E intanto, giornalisti, curiosi, spettatori, attendono le notizie, accampati in una piccola cittadina, finora sconosciuta ai più. E i soldati polacchi, mobilitati, continuano a cercare. Non si sa mai.

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