L'attacco sugli Champs-Élysées sconvolge Parigi a due giorni dal voto. Macron, Le Pen e Fillon sospendono la campagna, mentre Mélenchon va avanti («per non darla vinta all'Isis») e stasera terrà un comizio con il leader di Podemos, Iglesias. Polemiche per la sicurezza in città nei giorni delle vacanze pasquali: i controlli erano allentati per evitare che si formassero code troppo lunghe di turisti
Questa volta non si può dire che Parigi non se l'aspettasse. La coincidenza tra i giorni di Pasqua – con la consueta invasione di turisti – e l'ultima settimana della campagna elettorale faceva temere a tutti un nuovo attacco terrorista. Che puntualmente è avvenuto, a tre giorni dal voto e in uno dei luoghi più frequentati della capitale, gli Champs-Élysées, dove a ogni ora sciamano migliaia di persone, francesi e stranieri.
Eppure lo stato di allerta, in città, negli scorsi giorni aveva qualcosa di routinario, di superficiale. Certo, per entrare in qualsiasi “area sensibile” – da Notre Dame al Sacro Cuore di Montmartre, dal Louvre a Les Invalides – bisognava passare i controlli, ma è difficile dire che in questi vi fosse vera attenzione, che dessero una sensazione di autentica sicurezza.
Troppi i turisti in coda, troppo pochi i poliziotti: gli zaini e le borse venivano fatte aprire, sì, ma poi sottoposte appena a uno sguardo distratto, chiunque poteva avere una pistola sotto le cianfrusaglie o in un doppop fondo e nessuno se ne sarebbe accorto.
[[ge:rep-locali:espresso:285270909]]Anche quelle che nelle intenzioni dovevano essere perquisizioni si risolvevano ovunque in un velocissimo e casuale palpeggio sotto le ascelle, più un modo di far vedere la presenza dello stato che una vera prevenzione contro eventuali terroristi.
Per non dire che una buona parte di persone veniva fatta passare – ovunque – senza alcun tipo di controllo, solo sulla base della carnagione chiara o del fatto che parlavano tra loro in inglese, insomma per non avere “l'aspetto” da potenziali attentatori.
[[ge:rep-locali:espresso:285270907]]Di tutti i monumenti presi d'assalto dai turisti pasquali, solo alla Torre Eiffel e al Louvre i controlli prevedevano le modalità tipiche dell'aeroporto, vale a dire un metal detector e uno scivolo in cui far passare ai raggi X le borse, i telefonini, gli oggetti metallici. In tutti gli altri posti prevaleva la fretta, anche per evitare che le code di turisti diventassero troppo lunghe (l'attesa per salire sulla torre Eiffel, domenica, era di circa tre ore).
Anche nella metropolitana – così come nella Rer, la linea extraurbana – nei giorni scorsi il livello di controllo era molto inferiore rispetto a quello che ormai siamo abituati a vedere nei treni sotterranei delle nostre città, da Roma a Milano: pochissimi i poliziotti, quasi nessun soldato nelle stazioni. Anche i mercatini – nonostante l'attacco natalizio a quello di Berlino, che poteva indurre a una certa apprensione – erano apparentemente esposti senza particolare protezione. Molto rilassata era perfino la vigilanza attorno agli ultimi comizi dei candidati alle presidenziali: all'ultimo del socialista Benoît Hamon, proprio il giorno prima dell'attentato, faceva una certa impressione la quasi totale assenza di uomini in divisa.
[[ge:rep-locali:espresso:285270908]]Eppure proprio il terrorismo è stato uno degli argomenti principali della campagna elettorale per l'Eliseo: con la candidata sovranista Marine Le Pen che batteva ogni giorno su questo tasto, sostenendo che con lei presidente non sarebbero mai avvenuti attentati come quello del Bataclan.
Ora l'attacco sugli Champs-Élysées collega ancora più strettamente la campagna elettorale al terrore islamista, quindi tutti si chiedono che effetto si potrà avere su un'opinione pubblica già molto divisa, con ben quattro candidati che potrebbero passare al ballottaggio. Il senso comune vuole che ad avvantaggiarsene sia proprio Le Pen – la più dura in termini securitari – mentre i maggiori problemi potrebbe averli il centrista Macron per via della giovane età (non ha nemmeno 40 anni) che lo rende mediaticamente meno “affidabile” e “paterno” nella lotta alla paura.
Dopo l'attentato tre dei quattro candidati maggiori - Le Pen, Fillon et Macron- hanno deciso di sospendere le ultime iniziative elettorali, mentre l'esponente della sinistra Mélenchon ha fatto sapere che continuerà con tutti i comizi già previsti proprio per mostrare ai terroristi che non possono interrompere i processi democratici della Repubblica». Oggi alle 19 Mélenchon terrà quindi l'iniziativa da tempo concordata con il leader di Podemos Pablo Iglesias, proprio a Parigi.