Video ironici, meme, propaganda più o meno spontanea. Le presidenziali americane del 2016 hanno visto la ribalta dei meme nel dibattito pubblico. In queste gli hashtag dedicati hanno miliardi di visualizzazioni

L’hashatg #Trump2020 ha tredici miliardi di visualizzazioni su Tik Tok. La variabile con Biden non supera i 5 miliardi. Se ci dovessimo basare solo sulle interazioni degli oltre 100 milioni di americani iscritti al social network più in voga tra i giovani, non ci sarebbe partita.

Gli utenti di Tik Tok, che assomiglia a Instagram ma mostra i video di breve durata più virali e divertenti emersi sulla piattaforma, sembrano essere i più attivi sulle elezioni. Eppure molti post, benché con l’hasthag #Usa2020, non riguardano solamente il voto ma anche ricette, video-challenge e scenette comiche. C’è anche un tutorial che mostra come, inserendo nell’url del sito di Donald Trump parole inesistenti, questo rimandi a una pagina con un Joe Biden visibilmente spaesato, accompagnato dalla scritta "It appears you are as lost as me". Non molto tempo fa mostrava Hillary Clinton sul podio riservato al Presidente degli Stati Uniti d’America con la scritta "Sorry, you are looking for something that doesn’t exist". 

Il dibattito social di queste elezioni 2020 è figlio di quanto accaduto nel 2016, quando l'uso diffuso di meme politici su piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram ha rimodellato in modo permanente il discorso elettorale su Internet. I dibattiti ponderati sulle elezioni presidenziali hanno lasciato il posto a discussioni fatte interamente di GIF e immagini ironiche. Un momento che ha gettato le basi per quelle che un giornalista della Cnn, Chris Cillizza, ha definito "meme election".

E così la frase rivolta da un Biden a Trump durante il primo confronto tra i candidati, svoltosi a Cleveland il 29 settembre, "Will you shut up, man?" è stata postata su Twitter circa 150mila volte ancor prima che terminasse il dibattito. A qualche minuto dalla fine, migliaia di persone stavano già comprando magliette online con la citazione stampata sopra e anche lo shop ufficiale di Biden le vende da allora. Anche il secondo dibattito ha regalato qualche momento di comicità da rilanciare in formato meme: quando Biden ha chiamato il gruppo di suprematisti bianchi "poor boys" anziché Proud Boys, la sua fan base su Twitter si è scatenata ("I've never been so happy about a verbal typo"). E anche il confronto tra i candidati alla vicepresidenza ha conquistato gli utenti online: su Tik Tok, all’hashtag #Debates2020 (che ha raggiunto 22 milioni di visualizzazioni), ci sono migliaia di video sulla mosca che si è posata per qualche minuto sul candidato alla vicepresidenza Mike Pence durante il confronto con l’avversaria democratica Kamala Harris.  

Secondo i dati della piattaforma di social media marketing Socialbakers, nonostante il seguito di Donald Trump sui social network sia più consistente, e di molto, l'ex vicepresidente Joe Biden ha superato il tycoon in molte metriche chiave di coinvolgimento. Trump, dopo il successo del 2016, ha scelto ancora la tattica degli investimenti milionari su Facebook e Google, oltre che su Youtube ma Biden, secondo Rob Flaherty, direttore digitale della campagna del democratico,« È riuscito a far sentire le persone connesse, facendogli desiderare di donare più soldi». Sui social, però, il sostegno nei confronti di Joe Biden si deve anche ad uno degli hashtag più diffusi di questa elezione, #settleforBiden. Letteralmente "Accontentati di Biden", perché secondo milioni di utenti una qualsiasi alternativa a Trump sarebbe comunque il male minore.