Meloni. Sei lettere e un viso che i francesi hanno scoperto in questo mese di settembre, in occasione della campagna elettorale italiana. Nessun personaggio politico, dopo Silvio Berlusconi, ha destato così tanto interesse dal nostro lato delle Alpi. Chi è Giorgia Meloni? Quanto è radicale? Come si posiziona rispetto al fascismo? Dal punto di vista della classe politica francese, invece, la Meloni era già conosciuta, soprattutto come presidente del gruppo europeo dei conservatori (Ecr) ma anche come quella che era riuscita, in un paio d’anni, a superare Matteo Salvini, che sembrava da noi leader incontestabile dell’estrema destra italiana. Dalla Le Pen a Macron, nessuno aveva previsto il meteorite Meloni, soprattutto non così presto.
All’Eliseo, i consiglieri di Macron hanno seguito trattenendo il respiro la campagna della leader di Fratelli d’Italia, sperando in un calo dei sondaggi, che non è mai avvenuto. Tra il confronto duro con l’Italia (secondo partner commerciale del paese) e “la ragione di Stato”, Emmanuel Macron sarà costretto a scegliere la seconda strada, che consiste nel cercare i rari punti di minima intesa con il prossimo governo, senza troppo entusiasmo. Lunedì pomeriggio, ha lanciato un appello a «continuare a lavorare insieme».
Anche Marine Le Pen ha seguito con interesse la campagna di Giorgia Meloni. «Il popolo italiano ha deciso di riprendere in mano il proprio destino», ha dichiarato compiaciuta la presidentessa del Rassemblement national. Ma in privato, la figlia di Jean-Marie Le Pen non sa se lamentarsi della sconfitta di Matteo Salvini, il suo alleato ufficiale, o festeggiare la vittoria della sua “gemella diversa”. Certo, entrambe sono bionde, radicali, sovraniste, e promuovono politiche durissime nei confronti degli stranieri. Ma hanno anche delle differenze sostanziali. La prima ha scelto da anni di definirsi un personaggio politico «al di là dei confini di partito», mentre la seconda non perde occasione per affermare nei comizi di essere l’incarnazione della destra. La prima ha messo da parte tutti i temi di società (matrimonio omossessuale, eutanasia…), la seconda fustiga la “lobby Lgbt”. Infine, la prima ha concluso prestiti bancari con banche russe e affermato più volte la sua ammirazione per Vladimir Putin, mentre la seconda si proclama atlantista e in favore delle sanzioni contro la Russia. Resta un punto in comune: entrambe hanno seguito lo stesso sforzo di moderazione (almeno in apparenza), con l’obiettivo di rassicurare i partner ufficiali.
Colui che sogna veramente un destino simile a quello della Meloni si chiama Eric Zemmour. Ma l’ex giornalista, diventato in una stagione candidato all’elezione presidenziale (con il 7% dei voti nell’aprile del 2022) dimentica che Giorgia Meloni non è per niente una principiante, e che il successo elettorale di FdI sfrutta il radicamento sociale di An e del Msi. In primavera, ha inviato uno dei suoi parlamentari a incontrare Giorgia Meloni, Carlo Fidanza e Vincenzo Sofo (il marito di Marion Maréchal), in un luogo segreto, per negoziare un’ipotetica adesione al gruppo europeo.
I membri del partito di destra Les Républicains sono, a quanto pare, troppo impegnati a sopravvivere politicamente per occuparsi seriamente di quello che succede sullo scenario politico estero. Come Forza Italia, sono passati in meno di dieci anni dall’essere un partito di governo ad un movimento politico in via d’estinzione.