Le attività di queste formazioni sarà vietata per la durata della legge marziale. Sono tutti partiti che si definiscono di sinistra ma hanno spesso appoggiato Putin, anche se al loro interno non mancano i dissidenti. Ecco quali sono le ragioni e i pericoli di questa operazione

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere che sospenderà l’attività di undici partiti che hanno legami, diretti e indiretti, con la Russia. Una decisione che secondo alcuni osservatori può essere definita come il suo primo passo falso e rischia di stridere con l’immagine dell’Ucraina democratica con un presidente eletto e scelto dal popolo, in guerra con la Russia dove la propaganda putiniana ha spento qualsiasi forma di dissenso. Vediamo quindi di capire meglio i dettagli di questa operazione.

 

L’annuncio
«Data una guerra su larga scala scatenata dalla Federazione Russa e i collegamenti tra essa e alcune strutture politiche, le attività di alcuni partiti politici sono sospese per il periodo della legge marziale», ha affermato Zelensky in un discorso video, caricato sul suo canale Telegram il 20 marzo, facendo riferimento ai partiti e alle attività politiche che collaborano con il nemico e si muoverebbero verso la scissione del paese. Nel decreto, deciso dal Consiglio nazionale per la difesa e la sicurezza dell'Ucraina c’è anche il divieto delle stazioni televisive private, fuse tutte in un unico canale televisivo statale.

 

Quali sono i partiti sospesi
Tra i partiti sospesi c’è anche il principale avversario politico di Servitore del Popolo, il partito di Zelensky, la Piattaforma di Opposizione - Per la Vita (OPZZh), che alle elezioni del 2019, ha preso il 13 per cento dei voti e 43 seggi parlamentari su 450. Un partito apertamente filo russo e antieuropeista che, durante le elezioni ha sostenuto una politica a favore dei territori con presenza russa dell’est (riconoscendo le repubbliche del Donetsk e di Luhansk) e che ha infatti preso la maggior parte dei voti nelle regioni al confine con la Russia. L’OPZZh ha comunque una composizione variegata e ospita al suo interno diverse voci indipendentiste ucraine e con l’inizio dell’attività bellica il partito ha preso le distanze dalla Russia, condannato la guerra e invitato i suoi membri a prendere parte alla Difesa Territoriale.

 

L’OPZZh ha attualmente a suo capo Yuriy Boyko, dopo che a marzo è stato escluso formalmente il leader storico, l’oligarca ucraino di origini russe, Viktor Medvedchuk, molto vicino a Putin e che lui stesso ha definito un “amico personale”. Medvedchuk era agli arresti domiciliari dal maggio 2021, dopo essere stato accusato di tradimento,è fuggito con l’inizio della guerra e non si sa che fine abbia fatto. L’intelligence statunitense lo indica come il possibile successore di Zelensky qualora l’Ucraina cadesse in mano russa.

 

C’è poi il Blocco di Opposizione, che ha sei seggi in parlamento, e deriva dalla fusione di vari partiti che nel 2014 non avevano appoggiato il gruppo Euromaidan, l’ondata di manifestazioni europeiste che avevano portato dimissioni del presidente Viktor Yanukovich, che voleva mantenere rapporti più stretti con la Russia. Uno di questi è proprio il Partito delle Regioni dell’ex presidente Viktor Yanukovich, disciolto dopo aver sostenuto il separatismo delle regioni russofone durante la guerra in Crimea nella cosiddette politiche di “de-comunistizzazione” dell’Ucraina.

 

Sospesi solo i partiti di sinistra?
In realtà quello che molti di questi partiti sembrano avere in comune - oltre ai legami con la Russia - è che la maggior parte non è neppure rappresentata in Parlamento, non ha grande sostegno pubblico e si definiscono di sinistra, “progressisti”, “socialisti” o “comunisti”. Quello di Zelensky è invece un partito più vicino all’area neoliberista europeista.

 

Molti di questi progressisti, però, hanno poco a che spartire con l’ideale di sinistra a cui siamo abituati. Di tutti i partiti banditi, solo uno di loro potrebbe essere chiamato di sinistra, è il Partito Socialista, mentre gli altri sono più vicini al nazionalismo russo.

 

Ad esempio il Partito Socialista Progressista è il partito del "mondo russo" e ha il primato dell'ortodossia cristiana nella vita civile. «È radicato nell'estremo nazionalismo russo anti-ucraino fino alla negazione dell'esistenza degli ucraini», racconta Vladyslav Starodubtsev, membro del Sotsialnyi Rukh, il Movimento Sociale, nato nel 2016 per rispondere a quella mancanza di sinistra, una soggettività politica delle classi lavoratrici e operaie, con un’agenda socialmente orientata e anti-putiniana.

 

«Il Partito Socialista Progressista in passato era un partito di centrosinistra, ma è stato dirottato dalle forze pro-Putin. Non hanno niente in comune con il socialismo», aggiunge Starodubtsev. Nel 2011 è stato escluso dall’Internazionale socialista. Suo alleato, anch’esso sospeso dal decreto, è il partito Derzhava, antisemita, no-vax e antieuropeo. C’è poi Opposizione di sinistra, il successore del Partito Comunista d'Ucraina che è il gemello di quello russo, ha posizioni pro-Putin, omofobe e xenofobe e ha più in comune con lo stalinismo, che con l’eurocomunismo di partiti europei come quello comunista francese.

 

Un altro degli undici è il Partito di Shariy, che non ha seggi in Parlamento, fondato dal blogger politico Anatoly Shariy, apertamente schierato contro il governo di Zelensky, e il partito di Volodymyr Saldo che cooperò apertamente con l'esercito russo e si schierò dalla parte della guerra.

 

«Siamo contrari a vietare tutti questi partiti nel loro insieme, con un decreto, ma siamo favorevoli a un giudizio severo nei confronti di tutti coloro che collaborano con le forze di occupazione russe e il governo russo su base individuale», aggiunge Starodubtsev. Tra questi quello che spicca maggiormente è l’OPZZH, dove una parte della leadership ha collaborato con i russi, ma molti dei suoi membri stanno ora combattendo l'invasione di Putin.

 

Essere di sinistra in Ucraina è meno semplice di quello che sembra. Il Partito Comunista d’Ucraina con altri partiti di sinistra, che dopo il 2013-2014 hanno avuto posizioni pro-Putin, si sono avvicinati a idee della destra estrema, diventando fortemente nazionalisti e conservatori. «Sono più vicini all’AfD tedesco, che a posizioni di sinistra. Essere un'ala della sinistra in Ucraina è prima di tutto combattere contro tali associazioni. Siamo un'organizzazione democratica di sinistra socialista composta da socialisti libertari, socialisti democratici e trotskisti e stiamo cercando di unire il meglio della sinistra democratica e indipendentemente», conclude Starodubtsev. Insomma, un socialismo vecchio stampo, fortemente sindacalista, che al momento cerca pari distanza dalle idee staliniste e del neoliberismo che si è affermato con la caduta dell’Urss. Intanto in Ucraina si moltiplicano voci e denunce che parlano di arresti e segnalazioni di attivisti e di chiunque si opponga al governo in carica.