Intervista

«Sono esule perché ho parlato contro la guerra. I russi hanno paura, non stanno tutti con Putin»

di Alberto Flores D'Arcais   11 aprile 2022

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«Non crediate che la maggioranza dei russi sostenga la guerra. E anche chi la sostiene spesso è vittima della propaganda». Parla Anton Dolin, uno dei più famosi critici cinematografici russi, che sta pagando per aver preso una posizione pubblica contro il conflitto

«La mia storia è abbastanza semplice. Come milioni di altre persone in tutto il mondo, la mattina del 24 febbraio mi sono svegliato e ho visto su Internet che era iniziata la guerra, quello che non pensavo potesse accadere era accaduto. È stato uno shock». Anton Dolin ha 46 anni ed è uno dei più famosi critici cinematografici russi. Direttore della rivista Iskusstvo Kino (L’Arte del Cinema) ha lavorato per Radio Eco di Mosca (una delle ultime emittenti libere) e per Meduza, il giornale online che gli oppositori del regime di Putin pubblicano dalla Lettonia.

 

Il giorno dell’invasione dell’Ucraina si trovava in Russia?
«Sì, dovevo incontrare un gruppo di nostri lettori, volare a Samara da Mosca, dove vivo, la mia prima reazione è stata quella di restare a casa. C’era la guerra e non volevo lasciare la mia famiglia. Quando sono arrivato a Samara ho detto agli organizzatori dell’evento che l’unica condizione per la mia partecipazione era quella di iniziare l’incontro con una dichiarazione contro la guerra in Ucraina dal palco. Hanno accettato e l’ho fatta. Eravamo nel più grande cinema della città, c’erano diverse centinaia di persone. Ho detto loro che la guerra che abbiamo iniziato è un crimine e una catastrofe, non solo per l’Ucraina, ma anche per la Russia. E la gente ha fatto un grande applauso».

 

Poi cosa è successo?
«Il giorno dopo ho deciso che dovevo prendere pubblicamente posizione, che non bastava Facebook. Ho il mio canale YouTube, Radio Dolin, con 150mila abbonati. Così abbiamo fatto un video contro la guerra, dove io e i miei colleghi - cineasti, registi, attori - tutti ci siamo pronunciati apertamente contro la guerra. 40 minuti di dichiarazioni contro la guerra. Lo abbiamo pubblicato, è stato visto in poco tempo da 320mila perone, abbiamo ricevuto un sacco di commenti, di tutti i tipi. Dalla rabbia contro di noi alla gratitudine di semplici cittadini, sia russi che ucraini. Poi ci sono state le leggi contro chi protesta per la guerra e in molti hanno iniziato a lasciare il Paese».

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Avete ricevuto minacce?
«Sì, molte. Minacce anonime da Internet e per me una minaccia diretta nella vita reale: una grande lettera Z, il simbolo della guerra, che è stato dipinto sulla porta del mio appartamento dove vivo con la mia famiglia. L’ho vista quando stavo già pensando ai bagagli, a come andare via. Ora siamo in Lettonia ma non eravamo preparati a questo. Non abbiamo conti bancari europei e tutti i conti bancari russi e le carte di credito sono bloccati. Non abbiamo una casa o un passaporto per vivere qui, niente. Viviamo nell’appartamento di un amico ma il futuro è davvero incerto, non sappiamo cosa succederà. Ma non sto emigrando, sto solo andando via dalla Russia perché in questo momento nel mio Paese c’è una tenebra assoluta».

 

Cosa sanno i russi della guerra?
«Non credete che la maggioranza dei russi sostenga necessariamente la guerra. E anche quelli che la sostengono non sanno davvero cosa sta succedendo perché la propaganda e la tv ufficiale mostrano tutto in modo molto diverso da quello che l’Europa può vedere nei vostri media. Le persone che sono pro-Putin, continuano ad ascoltare Putin. Lui sta dicendo da anni che l’Occidente ci odia e vuole che moriamo, che vuole che la Grande Russia scompaia. Quindi per loro ha senso. Vedono le sanzioni, possono soffrirne o non soffrirne, ma in ogni caso nessuno riesce a fargli cambiare idea su Putin».

 

Le sanzioni sono inutili?
«No, non sto dicendo questo. credo solo che se vuoi cambiare la mente dei russi con le sanzioni non lo farai. Le sanzioni possono uccidere l’economia della Russia, forse aiuteranno a fermare la guerra, ma non cambierete la mente delle persone che appoggiano Putin. Gente buona e gente cattiva, gente che capisce cosa sta succedendo e gente che non ha idea di cosa stia succedendo. Credete davvero che se milioni di persone scendessero per le strade di Mosca cambierebbe il sistema di potere in Russia? No, perché Putin non si preoccupa della gente nemmeno a Mosca. Ha un enorme esercito, inizierebbe a sparare sul suo popolo, forse sarebbe anche contento di farlo. Non lo sappiamo, ma non riesco a immaginare che un governo che sta conducendo la guerra in Ucraina come la vediamo sia pronto a dire: ok, ce ne andiamo lasciamo a un governo democratico la guida della Russia».

 

Che futuro ha la Russia?
«Putin è ossessionato dal mito dell’Unione Sovietica e per questo sta creando un nuovo impero. La guerra che ha scatenato in Ucraina può distruggere il governo e il sistema di potere che c’è oggi in Russia. Nessuno di noi sa come fermare la guerra, nessuno, ma parlarne apertamente è già qualcosa. Putin non ci ascolterà, ma forse inizieranno a farlo altre persone che contano nelle decisioni che prende il governo. Quando abbiamo una voce, che è forte, non si dovrebbe mai rimanere in silenzio. La mia unica richiesta a voi occidentali è che capiate che non tutti in Russia sostengono Putin, forse neanche la maggioranza sta con lui. L’Occidente deve capire che il popolo russo ha paura».