La fuga e il ritorno a Kiev, le lacrime dei bambini, il senso di colpa di chi è russo. Continua sull’Espresso il lavoro dell’illustratrice Nora Krug

«Bucha, Irpin…Come posso vivere in un mondo dove accadono queste cose? La Russia ha distrutto tutto ciò che amiamo», scrive K., giornalista ucraina. «I russi dovranno affrontare le loro colpe», replica D., artista in cerca di un luogo in cui emigrare: «Non posso più vivere qui con Putin, il suo governo, la sua polizia».

 

LA PRIMA PARTE DELLA GRAPHIC NOVEL

 

Con la rabbia, la fatica e il dolore di altre quattro settimane di guerra, prosegue “Diaries of war”, la graphic novel con la quale l’illustratrice Nora Krug sta raccontando il conflitto in Ucraina sui giornali internazionali, e che L’Espresso pubblica in esclusiva per l’Italia. Un diario a più mani, un confronto di emozioni a distanza, con un appello comune: fermare la guerra prima possibile. Difendere la libertà. Salvare vite. «La guerra alimenterà paure e odio da entrambe le parti per molto tempo», dice Nora Krug a L’Espresso: «Sarà necessario un confronto diretto con i propri errori: opzione che nei regimi totalitari non è contemplata. Per questo è difficile immaginare un futuro di pace. I cittadini dell’Ucraina ci stanno fornendo un ispirazionale esempio di resilienza», aggiunge l’artista, che ha appena illustrato il saggio “On Tyranny”, di Timothy Snyder. Da Kiev la più amara verità: «I miei figli sono diventati figli della guerra. La loro generazione è distrutta». 

 

 

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