Pedro Sanchez ha presentato, insieme alla leader di Sumar, Yolanda Diaz, il documento "per un nuovo governo progressista" che include anche la settimana corta a parità di retribuzione. Ma il percorso per ottenere l'investitura non è in discesa

«Abbiamo governato per cinque anni e lo faremo per altri quattro anni». Con queste premesse il Partito Socialista spagnolo guidato da Pedro Sanchez e il movimento politico di sinistra Sumar di Yolanda Diaz hanno annunciato un «accordo programmatico per un nuovo governo progressista per la Spagna». Un programma, che permetterà alla Spagna di continuare a crescere «in modo sostenibile con posti di lavoro di qualità», con politiche «basate sulla giustizia sociale e climatica» e «sull'espansione dei diritti, delle conquiste femministe e delle libertà». Tra le misure inserite: la riduzione dell'orario lavorativo senza riduzione del salario «per guadagnare tempo per vivere», ha spiegato Diaz che ha anche annunciato una grande riforma fiscale tesa a far pagare alle società il 15% dei risultati contabili e non della base imponibile. Nonostante l'ottimismo e la fiducia mostrata da Sanchez, la conferma dell'accordo di governo con Sumar, però non è sufficiente a Sanchez per avere la fiducia in aula: insieme i due partner di coalizione hanno solo 152 voti dei 350 del Parlamento. 

 

La settimana lavorativa di quattro giorni è un tema discusso da tempo e su cui sono stati fatti esperimenti in più paesi. In Italia è stata la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, a dirsi favorevole alla settimana lavorativa di quattro giorni, a parità di salario: «Lavorare troppo e male non aumenta la produttività. Siamo un Paese che lavora di più mediamente rispetto ad altri, dove invece la produttività è migliore. È una misura che porta con sé alcuni benefici importanti: non soltanto il prezioso tempo delle persone, da dedicare ai propri interessi e ai propri affetti. Migliora anche dal punto di vista della riduzione delle emissioni climalteranti, perché diminuisce gli spostamenti. E poi aiuta anche nel riequilibrio di genere nel mondo del lavoro. Insomma, abbiamo diverse ragioni per provare a sperimentare questa misura».

 

I benefici legati a questo tipo di scelta sono stati misurati da diversi studi, tra questi uno pubblicato a novembre dal Boston College, che certifica come oltre all’incremento della produttività, la settimana corta porti anche a un miglioramento dell’equilibrio tra lavoro e vita privata e una forte riduzione dello stress. Le aziende che hanno concesso ai dipendenti un giorno libero a settimana hanno anche registrato un fatturato più alto, minor assenteismo e meno dimissioni.

 

La coalizione, tuttavia, per poter realizzare il programma progressista dovrà tentare di ottenere l'investitura. Sanchez ha bisogno di chiudere l'accordo con i partiti indipendentisti catalani, l'Erc guidato da Pere Aragones, attuale capo del governo regionale, e Junts, guidato da Carles Puigdemont, in esilio in Belgio. Entrambi i partiti hanno posto come condizioni l'amnistia per i separatisti condannati a seguito della fallita secessione della Catalogna nel 2017 e un referendum per l'indipendenza. Sanchez ha ricevuto l'incarico a formare il governo dopo che il leader dei popolari, Alberto Núñez Feijóo, arrivato prima alle elezioni dello scorso luglio, non è riuscito ad avere i 176 voti in Parlamento necessari per avere l'investitura. Finora non è stato ancora fissato il voto in Parlamento per Sanchez, ma se il premier socialista non riuscirà a formare il nuovo governo entro il 27 novembre, gli spagnoli dovranno tornare alle urne.